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Portafoglio digitale europeo, a cosa serve questo nuovo strumento per smartphone iOS e Android?

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Lontana dalle Apple Card su iOS e da Google Wallet su Android, l'Unione Europea ha appena messo i suoi soldi nel campo dei portafogli digitali annunciando la propria soluzione il 28 novembre 2024.

Stiamo infatti apprendendo della creazione di un nuovo standard, EU Digital Identity Wallets (eID), che assomiglia a una versione molto più avanzata di Idabilité applicata a tutti gli stati membri dell’Unione Europea.

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Cosa sono i portafogli di identificazione digitale (eID) dell'UE?

Il comunicato stampa ufficiale della Commissione Europea menziona specificamente lo sviluppo di quattro regolamenti di attuazione volti a stabilire “standard, specifiche e procedure uniformi per le funzionalità tecniche dei portafogli”.

L'istituzione sottolinea quindi che quest'ultima consentirà ai Paesi membri di sviluppare misure standardizzate e accettate in tutti gli Stati dell'Unione europea, “tutelando i dati personali e la privacy”.

Parlando di dati personali, la Commissione Europea specifica che essi sono archiviati localmente, e non sono soggetti ad “alcun tracciamento o profilazione nella progettazione dei portafogli”. È inoltre prevista una dashboard sulla riservatezza per garantire trasparenza su come i dati vengono condivisi e con chi.

“Il quinto regolamento di esecuzione stabilisce specifiche e procedure volte a stabilire un quadro solido per la certificazione dei portafogli elettronici, garantendo che siano sicuri e proteggano la privacy e i dati”, si legge. Ciò rafforza il desiderio dell’UE di proteggere i dati archiviati su questi nuovi portafogli digitali.

Dati archiviati

Ma di quali dati parliamo alla fine? La Commissione Europea vuole rendere questo portafoglio di identità digitale un vero e proprio coltellino svizzero consentendo innanzitutto l’archiviazione di una versione digitale della patente di guida, delle tessere e delle ricette sanitarie, dei diplomi, delle prenotazioni alberghiere e dei trasporti.

L'obiettivo è anche quello di consentire l'accesso ai servizi pubblici nei paesi membri dell'UE, creare una carta SIM prepagata, firmare contratti o addirittura generare certificati per dimostrare che si è rappresentanti di un'organizzazione.

Quando?

Anche se tutto questo è un sogno, siamo ancora lontani da uno strumento finito. L’Unione Europea ha fissato gli standard da rispettare, ora gli Stati membri devono sviluppare la propria soluzione adattata ad essi.

La Commissione parla anche della disponibilità dei primi portafogli digitali “entro la fine del 2026”. I test sono già iniziati, con più di 360 organizzazioni pubbliche e private che lavorano su questi progetti.

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