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“successo” del sistema secondo il governo, nonostante il “boicottaggio” dei ciclisti

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Secondo gli ultimi dati del Ministero dei Trasporti, circa 800.000 veicoli, tra cui poco più di 620.000 motocicli, sono stati sottoposti a questo nuovo controllo, attuato il 15 aprile.

Diventata finalmente obbligatoria, dopo tante vicissitudini, il 15 aprile, la revisione tecnica dei veicoli a due ruote viene progressivamente adottata, alla meglio, malgrado il malcontento dei motociclisti che ne hanno ampiamente invocato il boicottaggio. In totale, “circa 800.000 veicoli della categoria L” – vale a dire i veicoli a motore a due o tre ruote, nonché i quadricicli a motore e altri carri senza patente – hanno già superato l’ispezione, “di cui 621.450 motociclette”secondo gli ultimi dati del Ministero dei Trasporti, al 27 novembre. Un numero che “appare quindi soddisfacente rispetto alle stime”sostiene l'entourage del ministro François Durovray, addirittura evocandolo “successo” del dispositivo e molto altro ancora “per il primo anno”.

Un primo bilancio positivo quindi, che contrasta con quello dei motociclisti. Loro, la cui voce è portata avanti dalla Federazione francese degli Angry Bikers (FFMC), assicurano che la loro mobilitazione contro quello che considerano un racket sta dando i suoi frutti. “Meno di 500.000 moto si sono presentate alla revisione tecnica, su un parco di 4,6 milioni di due ruote a motore assicurate, la metà delle quali avrebbe dovuto teoricamente passare per la forca caudina della revisione nel 2024”, assicurano. O “80% di mancata partecipazione”. Un livello “il che dimostra l’ampia opposizione dei ciclisti a questa misura”, ha spiegato la FFMC in un comunicato stampa pubblicato il 27 novembre, che sostiene tale controllo tecnico “che sia stato progettato oggi non soddisfa le aspettative degli utenti”.

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Malcontento radicato

“Abbiamo avuto alcuni esempi abbastanza evidenti di una totale mancanza di comprensione dei controller tecnici “automobilistici” sulle apparecchiature “motociclistiche””protesta Éric Thiollier, conduttore della rete FFMC, che ricorda che basta ottenere “approvazione provvisoria” Dopo “solo 34 ore di formazione” essere autorizzato ad effettuare tali controlli. È quanto emerge da un certo numero di testimonianze di motociclisti che hanno affidato le loro due ruote al controllo tecnico, raccolte sulla piattaforma “Raconte-moi ton MOT”. “Ci sono moto che stallano perché c'è gioco sui dischi dei freni, ma si chiamano dischi flottanti. E' normale che ci sia del gioco, sono anche costruiti per questo.si lamenta. Prima di concludere: “Non siamo soddisfatti di questa assurda decisione di imporre una revisione tecnica della motocicletta”.

Un'opinione ampiamente condivisa dai motociclisti, che proclamano il loro amore per la loro cavalcatura alla quale non permetterebbero che venga danneggiata in nessun caso. “La stragrande maggioranza dei motociclisti è consapevole che la manutenzione della propria moto è alla base della sicurezza”osserva Clément, proprietario di una Kawasaki Z750 del 2005 “Non ho ancora visto nessun motociclista con gomme slick o pastiglie dei freni usurate”. “Faremmo meglio a preoccuparci dello stato delle strade”dice Franck, che guida una motocicletta BMW R100 del 1981 “da collezione” secondo lui, ma che non ne ha lo status, e che, in quanto tale, deve superare l'ispezione tecnica. “Sarei d'accordo se tutto il denaro raccolto fosse utilizzato per mantenere le strade e mettere in sicurezza tutto ciò che è pericoloso per le due ruote come linee bianche scivolose, tombini, buche, barriere ghigliottine. Ma così com’è, boicottaggio generale”continua Clemente.

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“Dal 9 al 10% dei controlli tecnici difettosi”

Un discorso poco udibile dai professionisti del settore, che spiegano che i risultati dei primi controlli dimostrano che le due ruote necessitano di una migliore manutenzione. “Ci sono in media dal 9 al 10% dei controlli tecnici difettosi”sottolinea Bernard Bourrier, CEO di Autovision, che lo assicura“un motociclista su dieci ha un problema” e soprattutto “a livello delle gomme”. E questo, anche se crede di essere costretto a rendersene conto “controllo tecnico degradato” poiché i freni non sono testati. A differenza delle automobili, le due ruote non possono transitare sui banchi di frenata “non adatto”. Inoltre, il capo di questa rete di 1.050 centri di controllo – un terzo dei quali attrezzato per le due ruote – è soddisfatto della “tasso di partecipazione”Chi “corrispondono al numero di veicoli in circolazione” et “ai volumi effettivamente attesi”.

Stessa osservazione da parte del Ministero dei Trasporti, convinto che il numero delle controvisite lo dimostri “tutta l'utilità” di questo nuovo controllo tecnico. “Più di un veicolo su dieci presenta difetti gravi ed è quindi sottoposto a una seconda ispezione. Con un tasso complessivo dell'11,7% al 27 novembre e del 9,5% per i motocicli della categoria L3.notiamo sul lato dell'Hôtel de Roquelaure. E tra i difetti più comuni ci sono “emissioni di inquinanti superiori ai limiti applicabili”, “pneumatici usurati e danneggiati” o anche “ammortizzatori danneggiati”. Inoltre, il ministero assicura che i dati della Federazione francese degli Angry Bikers lo sono “sbagliato” : “Contrariamente a quanto suggerisce la FFMC, l’intera flotta di veicoli della categoria L non dovrà effettuare la revisione tecnica nel 2024”, ma solo «ambiente 1 milione».

Si ricorda che l'entrata in vigore del sistema è «progressivo»con una prima ondata quest'anno per i veicoli immatricolati prima del 2017, una seconda nel 2025 per quelli immatricolati tra il 1° gennaio 2017 e il 31 dicembre 2019, e una terza nel 2026 per quelli immatricolati tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021. Tutti gli altri, iscritti dal 1° gennaio. 2022, dovranno effettuare la prima ispezione “entro 4 e mezzo – 5 anni dalla sua entrata in circolazione”.

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