Il terzo gruppo bancario italiano, Banco BPM, ambito dalla rivale UniCredit, intende restare “autonomo” di garantirne la crescita, ha dichiarato mercoledì il suo amministratore delegato Giuseppe Castagna in una lettera ai dipendenti. “Questa è la strada giusta da seguire per crescere da soli e non diventare oggetto di operazioni che non tengono conto del valore espresso dalla nostra banca”scrive in questa missiva. Il consiglio di amministrazione di BPM aveva giudicato martedì insufficiente l’offerta pubblica di scambio (OPE) lanciata lunedì da UniCredit, del valore di 10,1 miliardi di euro, infliggendo così una nuova battuta d’arresto al suo patron Andrea Orcel dopo i suoi insuccessi in Germania.
“Siamo una banca italiana grande, autonoma, con una forte vocazione di vicinanza ai territori e alle PMI, spina dorsale del nostro Paese” et “dobbiamo continuare in questa direzione”sostiene Giuseppe Castagna. Le sinergie di costo stimate da UniCredit, pari a 900 milioni di euro all’anno, “comporterebbe una riduzione dell’organico di oltre 6mila colleghi”secondo i calcoli dell’amministratore delegato della BPM che giudica questo risparmio “molto preoccupante”. Anche questa offerta rischia “limitare l’autonomia strategica del management, anche riguardo ai termini” dell’OPA lanciata da BPM sul gruppo italiano di risparmio gestito Anima, teme Giuseppe Castagna.
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Roma rallenta
Anche il governo di Giorgia Meloni ha accolto favorevolmente l’offerta di UniCredit perché rischia di vanificare il suo progetto di creare un terzo centro bancario in Italia formato da Banco BPM e Monte dei Paschi di Siena (MPS). Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha addirittura avanzato l’ipotesi che Roma possa bloccare l’operazione ricorrendo al «potere d’oro»che gli conferisce poteri speciali in settori considerati strategici per il Paese.
L’OPE su Banco BPM arriva due mesi dopo l’annuncio a sorpresa da parte di UniCredit dell’acquisizione del 9% di Commerzbank, poi del suo aumento al 21% del capitale, alimentando le speculazioni su un rilevamento completo del rivale tedesco. Ma questo progetto ha incontrato anche l’opposizione del governo tedesco e la protesta dei sindacati del settore bancario. “La possibilità di un accordo con Commerzbank si è ridotta, ma non è vicina allo zero”ha commentato lunedì Andrea Orcel alla stampa tedesca.
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