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Il fallimento di Northvolt rischia di scoraggiare gli investitori

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Peter Carlsson, CEO e co-fondatore di Northvolt, annuncia le sue dimissioni alla stampa a Stoccolma il 22 novembre 2024. CHRISTINE OLSSON/AFP

Capita spesso che una start-up fallisca. Ma è raro che un'azienda giovane lasci un valore superiore a 10 miliardi di euro. Il crollo della svedese Northvolt, leader europea delle batterie per auto elettriche, che giovedì 21 novembre si è posta sotto la protezione americana contro il fallimento, ha gettato brividi negli ambienti economici: molti temono che dopo un simile fiasco gli investitori siano più riluttanti a finanziare progetti legati alla transizione energetica in Europa.

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“Northvolt è soprattutto il crollo di un operatore eccessivamente ambizioso, che voleva controllare tutto nella catena della batteria. Gli investitori saranno in grado di notare la differenza rispetto a progetti più realistici e meglio controllati”tempra Thierry Déau, fondatore e amministratore delegato del fondo infrastrutturale Meridiam, uno dei principali sostenitori della gigafactory di Verkor, a Dunkerque (Nord), che aveva raccolto 2 miliardi di euro nel settembre 2023: “Ma smorza l’umore”riconosce il finanziere.

Dei 14 miliardi di dollari (13,3 miliardi di euro) in azioni, prestiti e sovvenzioni raccolti da Northvolt dalla sua fondazione nel 2016, la maggior parte proviene da capitale privato. Gran parte proviene da partner industriali svedesi e tedeschi. Maggiore azionista della start-up svedese con il 21% del capitale, la casa automobilistica Volkswagen aveva valutato questa partecipazione a circa 700 milioni di euro alla fine del 2023: ora non vale quasi nulla.

Disillusione

Perché se il decaduto re delle batterie elettriche spera di risorgere dalle ceneri dopo una ristrutturazione finanziaria, i suoi attuali azionisti rischiano di perdere tutto. Per i fondi pensione o di private equity di tutto il mondo che avevano sostenuto la massiccia raccolta di capitali del progetto straordinario, la disillusione è tanto maggiore in quanto, un anno prima, era prevista una IPO, con una valutazione di 20 miliardi di dollari.

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Primo colpo, Goldman Sachs aveva scommesso grosso fin dal 2019 in Northvolt, attraverso numerosi investimenti di capitale di investimento – in altre parole utilizzando il denaro dei suoi clienti – fino a diventare il secondo azionista: sabato, il Tempi finanziari ha rivelato che la banca americana aveva annunciato agli investitori di questi fondi l'intenzione di svalutare quasi interamente i suoi titoli, ossia di cancellare quasi 900 milioni di dollari. Sette mesi fa, la società di Wall Street assicurò loro che questo investimento valeva più di quattro volte la quota…

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