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La Volkswagen trae ispirazione dal metodo cinese per mettersi al passo con la concorrenza

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Novità sull'auto elettrica

Ti sei mai chiesto quanto tempo ci vuole per creare un'auto da zero? Noi di Volkswagen ci prepariamo a rivoluzionare i codici dell’industria automobilistica. Di fronte all’agguerrita concorrenza, proveniente soprattutto dalla Cina, il colosso tedesco lancia una sfida coraggiosa: progettare i suoi futuri modelli elettrici in tempi record.

Una scommessa ambiziosa: 30 mesi per dare vita a un'auto

Tradizionalmente, lo sviluppo di un nuovo veicolo è ripartito Da 3 a 5 anni. Una scadenza che può sembrare ragionevole, ma che nell’era elettrica diventa un vero e proprio handicap. Volkswagen lo ha capito bene e si è posta un obiettivo ambizioso: ridurre questo processo a soli 30 mesi.

Kai Grünitz, il nuovo direttore tecnico del marchio, ha rivelato questa strategia in un'intervista ai media tedeschi Automobilwoche. Precisa che diversi progetti in corso mirano già a questa scadenza ravvicinata, con un intervallo massimo di 36 mesi. Tale accelerazione solleva naturalmente interrogativi sulla fattibilità e sulla qualità finale dei prodotti.

Perché una tale emergenza?

L’industria automobilistica sta attraversando un periodo cruciale. Il passaggio all’elettrico è accompagnato da sviluppi tecnologici sorprendenti, in particolare nel campo delle batterie e dei motori. Un modello progettato in 5 anni rischia di risultare obsoleto ancor prima di essere commercializzato. I produttori si trovano quindi ad affrontare una sfida importante: innovare velocemente garantendo affidabilità e prestazioni.

Questa corsa contro il tempo ricorda certi fallimenti del passato. Prendiamo l'esempio della Honda NSX NC1, inizialmente sviluppata per competere con la Ferrari 458. Il suo lungo processo di progettazione alla fine la contrappose alla più nuova e potente 488, rendendola meno competitiva al momento del lancio.

I metodi cinesi come fonte di ispirazione

Per raggiungere il suo obiettivo, la Volkswagen sembra ispirarsi ai costruttori cinesi, veri maestri della velocità. Questi ultimi riescono a sviluppare nuovi modelli elettrici in Da 18 a 24 mesi soltanto. Una performance che spiega la loro ascesa sul mercato globale e che spinge i colossi europei a rivedere i loro metodi.

Concretamente, la Volkswagen prevede di ridurre i tempi dei test fisici 40%. Una decisione che solleva interrogativi sulla qualità finale dei veicoli. La storia recente ci ha dimostrato che la fretta può portare a disagi, come dimostrano i problemi incontrati dalla Citroënë-C3 nei suoi primi giorni.

Sfide tecniche e umane

L'accelerazione del processo di sviluppo non avviene con uno schiocco di dita. Ciò comporta una revisione completa dei metodi di lavoro e un’ampia ottimizzazione di ogni fase. Ecco alcuni punti chiave su cui Volkswagen dovrà concentrarsi:

  • Maggiore digitalizzazione : Ampio utilizzo della simulazione digitale per ridurre i test fisici
  • Modularità : Sviluppo di piattaforme versatili adattabili a diversi modelli
  • Collaborazione rafforzata : Migliore sinergia tra diversi reparti e fornitori
  • Agilità organizzativa : Adozione di metodi di gestione dei progetti più flessibili

Questi cambiamenti richiederanno un adattamento significativo da parte delle squadre. La cultura aziendale dovrà evolversi verso una maggiore reattività e assunzione di rischi, pur mantenendo la richiesta di qualità che costituisce la reputazione di Volkswagen.

Quali sono i rischi per la qualità?

La questione della qualità è centrale in questo nuovo approccio. La Volkswagen ha già sperimentato alcuni insuccessi con la sua gamma ID, in particolare sulle prime versioni della ID.3, criticate per le loro finiture al di sotto degli standard abituali del marchio e per i bug del software. Il produttore dovrà quindi trovare il giusto equilibrio tra velocità ed eccellenza.

Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda punta su un maggiore utilizzo delle tecnologie di simulazione e realtà virtuale. Questi strumenti consentono di rilevare e correggere un gran numero di problemi ancor prima che vengano prodotti i primi prototipi fisici. Tuttavia, nulla sostituisce completamente i test in condizioni reali, il che spiega la preoccupazione di alcuni osservatori riguardo all’annunciata riduzione del 40% dei test fisici.

Una sfida che va oltre la Volkswagen

Questa iniziativa della Volkswagen fa parte di un movimento più ampio che interessa l’intera industria automobilistica. Di fronte all’ascesa dei produttori cinesi e alla rapida evoluzione delle tecnologie, tutti gli attori tradizionali sono costretti a rivedere i propri processi.

Renault, ad esempio, ha recentemente aperto una filiale in Cina, segno della volontà di adottare metodi più agili. Altri produttori potrebbero seguire l’esempio, creando un nuovo standard nel settore. Questa corsa all’innovazione e alla velocità potrebbe rimodellare il panorama automobilistico globale negli anni a venire.

In definitiva, la scommessa di Volkswagen è audace ma necessaria. In un mercato in rapida evoluzione, la capacità di adattamento diventa rapidamente una risorsa importante. Resta da vedere se il colosso tedesco riuscirà a mantenere il suo livello di requisiti accelerando drasticamente i suoi processi. Una cosa è certa: i prossimi anni promettono di essere entusiasmanti per gli appassionati di automobili e gli osservatori del settore.

Scritto da Philippe Moureau

Quarantenne appassionato di auto elettriche. Mi interessa la transizione energetica e la lotta alle emissioni di gas serra. Sono un vero appassionato di auto elettriche e un sostenitore dell'ambiente.

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