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All'Orange, un clima sindacale deleterio, tra voti contestati, denunce, corvi…

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La sede dell'Orange, a Issy-les-Moulineaux (Hauts-de-Seine), 9 febbraio 2024. GONZALO FUENTES/REUTERS

Si tratta di una situazione senza precedenti per un gruppo di queste dimensioni, che è anche in parte di proprietà dello Stato. Per la seconda volta quest’anno le elezioni professionali rischiano di fallire in Orange. Mentre 133.000 dipendenti ed ex dipendenti dell'operatore di telecomunicazioni sono stati chiamati ad eleggere, da martedì 19 a giovedì 21 novembre, i loro dodici rappresentanti nel consiglio di sorveglianza di Orange Actions, il fondo comune societario che detiene il 7,5% del capitale (12.10 % dei diritti di voto), il management è preoccupato per possibili irregolarità.

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“La commissione di controllo delle operazioni di voto (…) constatato un certo numero di violazioni del regolamento elettorale, soprattutto da parte della CFE-CGC Orange”indica la direzione in un messaggio ai dipendenti pubblicato venerdì 22 novembre, il giorno successivo all'annuncio dei risultati. Il primo sindacato dell'operatore è sospettato di aver interrogato i dipendenti durante le elezioni, anche tramite la loro e-mail o numero personale. Il messaggio menziona anche “Attacchi personali e falsità”.

Questi incidenti avvengono nel momento in cui il tribunale commerciale di Nanterre, adito dal CFDT, il secondo sindacato del gruppo, aveva annullato, il 4 maggio, le elezioni organizzate in febbraio per scegliere il rappresentante dei dipendenti azionisti nel consiglio di amministrazione. Da allora questa posizione è vacante. Il giudice stava già sanzionando “una violazione del principio della parità delle armi attraverso l’uso massiccio, da parte di un’organizzazione sindacale (la CFE-CGC), di mezzi straordinari a favore di un candidato”.

“Avevamo firmato un nuovo protocollo elettorale per evitare che queste pratiche si ripetessero, ma ciò è continuato. Stiamo valutando di intraprendere nuovamente un’azione legale”.sottolinea Olivier Berducou, delegato sindacale centrale della CFDT Orange. In caso di cancellazione, il fondo azionariato dei dipendenti, secondo azionista dopo lo Stato (23%), rischia di non poter votare alla prossima assemblea generale, nella primavera del 2025.

“Un'atmosfera esecrabile”

Senza escludere una denuncia per diffamazione, Sébastien Crozier, presidente della CFE-CGC di Orange, rivela di aver denunciato lui stesso il gruppo, prima della votazione, “contestare il nuovo protocollo elettorale, riscritto dalla dirigenza, di concerto con il CFDT”.

Frequenti nel mondo sindacale, queste battaglie rimarrebbero aneddotiche se non avessero un impatto sulla governance di Orange e se non dimostrassero un deterioramento del clima sociale. Lo stesso Crozier lo riconosce “un'atmosfera esecrabile”. I suoi rapporti con il management, di cui chiede costantemente la partenza, sono notoriamente difficili. Soprattutto con il presidente Jacques Aschenbroich, nominato a queste funzioni nel maggio 2022, quando lui stesso puntava a quella carica.

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