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Profilato per tratta di esseri umani: nessuna scusa per un padre umiliato davanti alla figlia su un aereo

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Un uomo americano che sarebbe stato considerato un possibile trafficante di esseri umani mentre viaggiava in aereo con la figlia adolescente e un amico non ha ricevuto scuse reali dalla compagnia aerea Southwest dopo essere stato umiliato all’arrivo.

“Ci rammarichiamo della vostra delusione”: sono queste le scuse che l’americano John Kerrigan, di Virginia Beach, ha ricevuto dopo essere stato erroneamente classificato come potenziale trafficante di esseri umani dai dipendenti della Southwest Airlines, secondo quanto riferito giovedì WAVY.

L’incidente sarebbe avvenuto il 21 ottobre, quando il padre stava viaggiando con la figlia di 15 anni e un amico di 16 anni su un volo da Denver, di ritorno a casa da un viaggio a Las Vegas, secondo i media americani.

Solo che la presenza dell’uomo insieme alle due ragazzine sarebbe bastata a far alzare le sopracciglia tra i dipendenti della Southwest Airlines, che si sarebbero precipitati a denunciarlo alla polizia dell’aeroporto internazionale di Norfolk prima dell’atterraggio.

Durante il volo, un’assistente di volo si sarebbe avvicinata anche ai due adolescenti per chiedere se conoscevano l’uomo con cui viaggiavano, quando quest’ultimo sarebbe andato in bagno, avrebbe detto a Fox 59.

All’arrivo all’aeroporto internazionale di Norfolk, l’equipaggio avrebbe chiesto ai passeggeri di rimanere seduti, mentre tre agenti di polizia salivano sull’aereo per scortare l’uomo fuori dall’aereo davanti a tutti i passeggeri.

“L’ho trovato molto offensivo. Voglio dire, non avevo fatto nulla di male”, avrebbe lamentato l’uomo con i media americani, anche se è stato interrogato solo per venti minuti prima di potersene andare.

Pur essendo d’accordo con qualsiasi sforzo per combattere il traffico di esseri umani, John Kerrigan ha affermato che la situazione avrebbe dovuto essere gestita meglio, soprattutto perché non avrebbe ricevuto le dovute scuse da parte della società.

Dopo aver contattato un avvocato per citare in giudizio la Southwest, quest’ultimo gli avrebbe consigliato di accettare semplicemente un credito di viaggio di 1.500 dollari offerto come risarcimento per l’incidente.

Non si tratta però del primo caso del genere: l’anno scorso una donna californiana che viaggiava con la figlia avrebbe subito lo stesso trattamento, e ora fa causa alla stessa compagnia aerea per una cifra non specificata.

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