Il controllo degli affitti a Parigi, un argomento che divide tanto quanto affascina, ha appena vissuto una nuova svolta. Il 18 novembre 2024 il Consiglio di Stato ha annullato una sentenza della Corte amministrativa d'appello di Parigi che aveva convalidato, nell'ottobre 2023, il decreto prefettizio del 28 maggio 2019 che fissava i canoni di riferimento nella capitale. Uno sguardo indietro a un caso emblematico che solleva domande cruciali per le parti interessate del settore immobiliare.
Una battaglia legale per il controllo degli affitti
Il caso è iniziato nel maggio 2019, quando il prefetto della regione Île-de-France, in applicazione della legge ÉLAN del 23 novembre 2018, ha istituito un sistema sperimentale di controllo degli affitti su tutto il territorio parigino. Tale decreto fissa canoni di riferimento maggiorati, ridotti e medi a seconda delle caratteristiche dell'abitazione (dimensione, ubicazione, anno di costruzione, ecc.). Tuttavia, diverse associazioni professionali, tra cui la Federazione Nazionale del Patrimonio Immobiliare (FNAIM) e l'Unione Nazionale del Patrimonio Immobiliare (UNPI), hanno impugnato tali provvedimenti dinanzi ai tribunali amministrativi.
Nel luglio 2022 il tribunale amministrativo di Parigi si è pronunciato a loro favore e ha annullato il decreto, ritenendo che alcuni criteri di applicazione della misura non fossero sufficientemente fondati. Ma c’è stato un colpo di scena: nell’ottobre 2023, la corte amministrativa d’appello di Parigi ha annullato questa sentenza, ripristinando così il decreto prefettizio. Questa decisione non soddisfa i ricorrenti, che si rivolgono quindi al Consiglio di Stato, il massimo tribunale amministrativo francese.
Un errore legale al centro della cancellazione
Il Consiglio di Stato si è infine pronunciato in favore della FNAIM e degli altri ricorrenti, rilevando un errore di diritto nella sentenza della corte amministrativa d'appello. Secondo la decisione, il tribunale non ha valutato correttamente un elemento essenziale: l'omogeneità dei settori geografici presi in considerazione per stabilire i canoni di riferimento.
L'articolo 140 della legge ÉLAN esige che le zone delimitate per il controllo siano omogenee in termini di canoni contabilizzati. Tuttavia, la Corte si è basata esclusivamente sulle differenze tra gli affitti mediani calcolati dal decreto, senza analizzare se gli affitti praticati nei settori fossero effettivamente omogenei. Tale analisi, ritenuta insufficiente, ha portato all’annullamento della sentenza del 2023.
Le conseguenze finanziarie e politiche
Oltre all'annullamento, il Consiglio di Stato ha condannato lo Stato e la Città di Parigi a pagare 375 euro a ciascuna delle associazioni ricorrenti, a titolo di spese legali. Se gli importi sembrano simbolici, la questione è molto più ampia: questa decisione potrebbe indebolire l’applicazione del sistema di controllo degli affitti, ampiamente sostenuto dalle autorità pubbliche ma criticato dai professionisti del settore immobiliare.
Questo caso riapre anche il dibattito sull’efficacia e la rilevanza di questa misura. I sostenitori del quadro affermano che si tratta di uno strumento essenziale per combattere l’impennata dei prezzi delle case nelle grandi città. Al contrario, i suoi detrattori denunciano una rigidità che rallenterebbe gli investimenti locativi e ridurrebbe l’offerta disponibile.
E adesso?
Il caso è stato ora deferito alla Corte amministrativa d'appello di Parigi, che dovrà riesaminare il caso alla luce delle osservazioni del Consiglio di Stato. Nel frattempo, il controllo degli affitti rimane un’area delicata, che oscilla tra imperativi sociali e vincoli economici.
© AbcBourse.com. Tutti i diritti riservati
Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo con i tuoi amici utilizzando i pulsanti qui sotto.
Related News :