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Borse mondiali in rosso, timori di tensioni sull’Ucraina

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Parigi (awp/afp) – I mercati azionari mondiali si muovono in rosso martedì, preoccupati per le crescenti tensioni in Ucraina, che portano gli investitori a preferire asset considerati più sicuri, come obbligazioni o oro.

In Europa, intorno alle 12:40 GMT, la Borsa di Parigi ha perso l’1,16%, Francoforte l’1,10% e Londra lo 0,34%, intorno alle 12:40 GMT. Milano crolla dell’1,87%.

A Wall Street in calo anche i contratti pre-sessione, con un calo dello 0,14% per il Nasdaq, dello 0,27% per lo S&P 500 e dello 0,49% per il Dow Jones.

“La tensione in Ucraina non è mai stata così alta”, osserva John Plassard, specialista in investimenti di Mirabaud.

A questi rischi si aggiungono però “le questioni politiche negli Stati Uniti” riguardanti “i nuovi membri del governo Trump” e le aspettative “microeconomiche”, con “la pubblicazione dei risultati del colosso Nvidia mercoledì”, aggiunge.

Nel millesimo giorno dell’invasione russa, l’Ucraina ha giurato di non sottomettersi “mai” alla Russia, sollevando nuovamente lo spettro del ricorso alle armi nucleari e promettendo di vincere questa guerra.

L’amministrazione statunitense uscente di Joe Biden ha dato una spinta agli ucraini autorizzandoli a colpire il suolo russo con missili a lungo raggio statunitensi, una linea rossa per Mosca.

Vladimir Putin ha risposto martedì firmando il decreto che formalizza la sua nuova dottrina nucleare che amplia la possibilità di utilizzare armi atomiche in caso di un attacco aereo “massiccio” effettuato da un paese non nucleare, ma sostenuto da una potenza nucleare. Chiari i riferimenti all’Ucraina e agli Stati Uniti.

In questo contesto sono stati ricercati i titoli di stato, considerati più sicuri, con conseguente caduta dei loro tassi di interesse.

Intorno alle 12:30 GMT, il tasso delle obbligazioni americane a 10 anni era al 4,37%, rispetto al 4,41 del giorno prima, e il suo omologo tedesco, punto di riferimento in Europa, è sceso al 2,33%, rispetto al 2,37% del giorno prima .

L’oro, il bene rifugio per eccellenza, “beneficia anche dell’ansia geopolitica”, osserva Stephen Innes, analista di SPI Asset Management. Intorno alle 12:40 GMT, l’oncia è salita dello 0,91% rispetto al giorno precedente, a 2.635,77 dollari.

In rialzo anche i titoli della difesa: intorno alle 12:40 GMT, Rheinmetall ha guadagnato il 3,78% e Renk (+4,03%) in Germania. Nel resto d’Europa, il francese Thales (+0,86%) e il britannico BAE Systems (+0,66%) sono stati tra gli unici valori positivi degli indici europei in forte calo.

I mercati aspettano inoltre “di sapere chi sarà nominato ministro del Tesoro”, ricorda Jim Reid, economista della Deutsche Bank.

Un altro focus per gli investitori: i risultati di mercoledì del colosso americano dei chip Nvidia, la più grande capitalizzazione del mondo.

Dovrebbero “incoronare il settore dell’intelligenza artificiale come re indiscusso oppure innescare un ripensamento radicale delle valutazioni molto elevate del settore”, secondo Stephen Innes.

In Asia, a Tokyo, l’indice di punta Nikkei ha chiuso in rialzo dello 0,51%. In Cina, l’indice composito di Shanghai ha guadagnato lo 0,67%, quello di Shenzhen l’1,90% e l’indice Hang Seng di Hong Kong lo 0,44%.

Thyssenkrupp fiducioso

Il conglomerato industriale tedesco Thyssenkrupp ha annunciato martedì una nuova perdita netta annua per il suo scaglionato esercizio 2023/2024, ma prevede di uscire dal rosso, con un utile netto previsto tra 100 e 500 milioni di euro, prospettiva accolta con favore dalla passeggiata.

A Francoforte, l’azione del gruppo è cresciuta del 9,47% intorno alle 12:30 GMT.

Declino del petrolio

Martedì i prezzi del petrolio sono scesi leggermente con la parziale ripresa della produzione dal giacimento petrolifero norvegese di Sverdrup nel Mare del Nord. Intorno alle 12:30 GMT, il prezzo del barile di Brent del Mare del Nord, con consegna a gennaio, ha perso lo 0,37% a 73,03 dollari. Il suo equivalente americano, il barile di West Texas Intermediate (WTI), con consegna a dicembre, è sceso dello 0,49% a 68,82 dollari.

Sul fronte valutario, il dollaro continua a guadagnare valore, spinto dalle prospettive delle politiche inflazionistiche di Donald Trump. Intorno alle 12:30 GMT il prezzo si è apprezzato dello 0,32% contro la moneta unica, a 1,0566 dollari per euro.

afp/jh

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