Nel 1996 l’Audi inaugura la formula delle berline compatte premium con la primissima A3 che, per facilitarsi il compito, può contare sulla base tecnica della Volkswagen Golf IV. All’epoca la concorrenza non era frontale, tutt’altro. La BMW sta ancora armeggiando con la sua Serie 3 Compact mentre in casa Mercedes la futura entry-level, che arriverà nel 1997, sarà affidata al piccolo monovolume Classe A.
Fu solo nel 2004 che l’azienda di propulsori confrontò la sua “vera” compatta con l’Audi A3, la BMW Serie 1. E nel 2012, solo dalla parte dell’azienda di punta, la Mercedes Classe A di terza generazione, conosciuta internamente con il nome. codice 176, adotterà a sua volta la silhouette di una berlina.
Nel 2010, sempre all’avanguardia e questa volta utilizzando la pratica base tecnica della Volkswagen Polo, l’Audi scende nuovamente di mercato con la prima versione della sua A1, nome in codice 8X.
Una Clio stellata
All’inizio degli anni 2010, la Mercedes ha approfittato della partnership con la Renault, di cui ha clonato il Kango per realizzare il suo primo Citan. In cambio, la marca di Stoccarda mette a disposizione dei team allora responsabili della Renault Espace V, futura ammiraglia della marca francese, la sua competenza premium in termini di finitura e qualità di fabbricazione. Mentre i motori dCi e TCe della casa dei diamanti equipaggiano la Classe A, in cantiere, sempre sulla base della partnership con Renault, La Mercedes immagina quindi di rispondere all’Audi A1 utilizzando la base tecnica della Clio. Il progetto, ben strutturato e che non sarebbe mancato di alcun asset, non ha mai visto la luce.
Una variante che combina le qualità di una Renault Clio RS con un motore passato nelle mani degli specialisti AMG non avrebbe dovuto vergognarsi dell’Audi S1 e nemmeno dell’Audi A1 Quattro. Ruolo che la Brabus Smart Forfour, la prima del suo nome con 177 CV, ha cercato di svolgere prima che la sua erede con 90 CV al massimo svanisse. Oggi le cose sono molto cambiate, in Mercedes la dottrina è ora quella di puntare su modelli di grandi dimensioni che offrano più margini. Con questo in mente la Classe A non sopravvivrà, troppo piccola e non abbastanza redditizia. Quindi una “sotto” Classe A è completamente fuori dallo spettro!
La BMW Mini
Anche qui negli anni 2010, in BMW, è molto presente nel piano di prodotto un progetto di “Serie 0” che sfrutta la base tecnica della Mini ma incarnata in uno stile più virile. Un veicolo che si integra perfettamente con la city car britannica destinata a raggiungere un pubblico più maschile. Un modo intelligente per duplicare l’offerta senza pestare i piedi. Una city car più corta di una BMW Serie 1 vedrà infatti la luce, ma in una forma completamente diversa. Si tratterà del primo modello elettrico del marchio, la BMW i3 arrivata nella gamma nel 2013 e che viene proposta anche in versione ibrida plug-in con range extender.
A parte le dimensioni abbastanza simili, 3,99 m di lunghezza per la BMW i3 e 3,95 m per l’Audi A1, e una nazionalità comune, le due berline cittadine non hanno assolutamente nulla di paragonabile. Ognuno ha scelto la propria parte. Nel 2026, la BWM i3 tornerà in gamma, ma non sarà più affatto una berlina cittadina, sarà una berlina familiare con un formato paragonabile a quello di una BMW Serie 3 progettata sulla piattaforma tecnica Neue Klasse.
La “mini” di Mini
Sempre nello stesso periodo e con questa smania di accorciare le dimensioni, nel 2011, al Salone di Ginevra, il prototipo della Mini Rocket andò dritto al sodo. Il marchio inglese sta seriamente pensando di tornare al piccolo formato degli esordi. La concept car è estremamente compatta, lunga 3,42 m, ovvero sicuramente 37 cm in più rispetto alla Mini originale, quella lanciata nel 1959, per motivi di sicurezza. Ma è soprattutto 20 cm in meno rispetto alla Mini Hatch dei tempi moderni, la generazione R50 apparsa nel 2001.
Fiducioso, Mini assicura poi che produrrà la macchina a partire dal 2014, dieci anni dopo questa data annunciata la stiamo ancora aspettando e non è pronta per arrivare. La terza generazione dell’Audi non vedrà la luce, seppellendo con sé ogni desiderio di dimensioni ridotte per i marchi premium, si volta pagina.
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