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L’investitore intelligente: dovreste dare una scossa ai vostri investimenti a causa di Trump?

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Vero e proprio terremoto politico, la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane annuncia ora cambiamenti economici significativi. Dovresti modificare di conseguenza il tuo portafoglio di investimenti?

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La risposta breve è no, afferma senza esitazione Maxime Dubé, portfolio manager di Claret Investment Management.

“C’è ancora molto rumore intorno alle elezioni americane. Ma il partito al potere è una variabile tra tante altre. La conclusione è che non ci sono cambiamenti radicali da apportare ai nostri portafogli”, spiega.

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Maxime Dube

Foto Claret

“Se ogni volta che vediamo una notizia buttiamo via il portafoglio, non ha senso”, insiste lo specialista.

Se siete delusi dalla sconfitta di Kamala Harris, “non lasciate che le emozioni ostacolino le buone decisioni di investimento”, avverte RBC in una nota recente.

Buono o cattivo per i mercati?

In generale, gli economisti ritengono che le promesse di tagli fiscali e deregolamentazione di Trump stimoleranno probabilmente l’economia americana, ma che la sua minaccia di imporre tariffe severe rischia di avere l’effetto opposto. È quindi difficile prevedere quali effetti tutto ciò avrà sui mercati azionari.

Gli investitori si sono affrettati a indossare gli occhiali color rosa. Nei giorni successivi alle elezioni del 5 novembre, i titoli delle banche e delle compagnie petrolifere, tra gli altri, hanno registrato buoni risultati.

Dubé, tuttavia, ricorda che, durante il primo mandato di quest’ultimo, i titoli petroliferi hanno registrato un rendimento inferiore rispetto a quello della presidenza di Biden. Per quello? Perché nel 2020 la pandemia ha fatto crollare la domanda di petrolio. Poi, nel 2022, la guerra in Ucraina ha fatto lievitare i prezzi del greggio.

Insomma, “Washington può influenzare positivamente o negativamente il ciclo economico, ma non lo controlla”, sintetizza la RBC.

Quale esposizione negli Stati Uniti?

L’elezione esclusiva di Trump non dovrebbe quindi incoraggiarci ad aumentare o diminuire la nostra esposizione ai mercati americani. Come altri gestori, Dubé utilizza questa regola come guida per la distribuzione geografica di un portafoglio azionario: 40% negli Stati Uniti, 40% in Canada e 20% nel resto del mondo.

Indipendentemente dall’esito delle elezioni americane, alcuni sono tentati di favorire il Canada e il resto del mondo per il semplice motivo che i mercati azionari americani hanno registrato rendimenti enormi negli ultimi anni.

In cinque anni, l’indice americano S&P 500 ha guadagnato circa il 90%, rispetto al 50% della Borsa di Toronto e al 20% dei mercati degli altri paesi sviluppati.

Maxime Dubé ritiene tuttavia che i mercati azionari americani abbiano ancora spazio per continuare a crescere se il calo dei tassi d’interesse continua.

Secondo lui, Donald Trump potrebbe moderare il suo entusiasmo se vedesse che le sue decisioni stanno facendo crollare i mercati.

“È nel suo interesse che il mercato azionario vada bene”, sostiene. “Immagino che non vorrà lasciare il segno, dopo 4 anni, di colui che ha schiacciato l’economia americana e la borsa americana”.

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