DayFR Italian

il governo ora punta agli stipendi superiori a 3.500 euro

-

Concretamente, il governo propone di mantenere queste riduzioni sui salari bassi, fino a un massimo di 2,5 SMIC, ovvero 3.500 euro netti, e di ritirarle per gli stipendi superiori a tale importo. Optando per questo provvedimento il governo otterrà un risparmio di soli 2 miliardi di euro, rispetto ai 4 miliardi di euro previsti dal progetto iniziale.

Si ricorda che attualmente l’esenzione contributiva si applica ai dipendenti che percepiscono tra 1 e 3,5 SMIC, ovvero uno stipendio compreso tra 1.426 euro e 5.000 euro. Si ricorda che la categoria dei dipendenti la cui retribuzione è compresa tra 1 e 1,3 SMIC sarebbe la più penalizzata dall'aumento dei contributi datoriali.

Inizialmente, questi vantaggi fiscali sono stati introdotti con l’obiettivo di incoraggiare i datori di lavoro ad assumere. Tuttavia, oggi stanno rallentando gli aumenti salariali, in particolare per i dipendenti in fondo alla scala salariale. Va detto che la scelta del governo di mantenere questo sgravio fiscale per i redditi più bassi difficilmente cambierà la situazione. Per una buona ragione, i datori di lavoro saranno meno propensi ad aumentare la retribuzione oltre i 3.500 euro, col rischio di perdere il diritto alle esenzioni. Una situazione che indigna i sindacati dei lavoratori, che hanno continuato a chiedere l'eliminazione definitiva di queste esenzioni o dei loro condizionamenti.

L'aumento dell'orario di lavoro, un'alternativa efficace?

Ricordiamo che l'aumento del costo del lavoro è stato respinto dall'Assemblea nazionale, ma potrebbe entrare in vigore, in particolare per gli stipendi superiori a 3.500 euro, se il governo decidesse di utilizzare l'articolo 49.3. Da parte sua, il ministro dell'Economia, Antoine Armand, ha annunciato un'alternativa a questa misura. “L’obiettivo deve essere comunque quello di aumentare le ore lavorate nell’arco dell’anno, per poter finanziare il nostro modello di protezione sociale a cui tutti teniamo. Faremo delle proposte su questo tema”, ha spiegato durante un'intervista a Les Echos.

Ritiene che i francesi lavorino meno rispetto agli altri paesi europei e che lavorando di più si potrebbe ridurre il deficit di bilancio. Ricordiamo che le esenzioni contributive di cui beneficiano i datori di lavoro costano allo Stato ben 80 miliardi di euro.

>

Related News :