I prezzi all’ingrosso sono aumentati del 2,4% su base annua, rispetto all’1,9% di settembre, un dato rivisto al rialzo.
L’indice dei prezzi all’ingrosso negli Stati Uniti, che misura l’inflazione dal lato dei produttori, ha accelerato in ottobre, un’evoluzione in linea con quella dell’inflazione dal lato dei consumatori, e che potrebbe complicare l’equazione per la banca centrale americana, la Fed.
Secondo l’indice dei prezzi alla produzione PPI pubblicato giovedì dal Dipartimento del Commercio, i prezzi all’ingrosso sono aumentati del 2,4% su base annua, rispetto all’1,9% di settembre, cifra rivista al rialzo.
Su un mese l’aumento è dello 0,2%, rispetto allo 0,1% di settembre, uno sviluppo in linea con le aspettative degli analisti.
L’aumento è attribuibile principalmente ai prezzi per la gestione del portafoglio finanziario, precisa il Dipartimento del Commercio.
Questa progressione è stata “guidata da rapidi aumenti dei prezzi delle azioni”, ha affermato Samuel Tombs, capo economista statunitense di Pantheon Macroeconomics.
Inoltre, si precisa, “i prezzi del trasporto aereo interno sono aumentati dell’8,8%, il più grande aumento in ottobre dall’inizio delle misurazioni nel 1990. Il calo dei prezzi del carburante aereo dall’estate “suggerisce che i prezzi dei biglietti aerei presto scenderanno”.
Anche l’inflazione al consumo, misurata in particolare dall’indice CPI, è rimbalzata in ottobre, per la prima volta da marzo, al +2,6% su un anno rispetto al +2,4% di settembre, soprattutto grazie ai prezzi delle case.
L’impennata dei prezzi a partire dal 2021 ha svolto un ruolo molto importante nell’elezione di Donald Trump, con gli elettori che hanno sancito il campo democratico di Joe Biden e Kamala Harris.
Questo rimbalzo dovrebbe complicare anche il lavoro della banca centrale americana, che ha iniziato ad abbassare i tassi in risposta al rallentamento dell’inflazione, e ora per evitare un’impennata della disoccupazione.
Il 7 novembre ha abbassato i tassi per la seconda volta consecutiva, questa volta di un quarto di punto percentuale, rispetto al mezzo punto della volta precedente.
Questi sono ora compresi tra il 4,50 e il 4,75%, dopo essersi stabilizzati per più di un anno al livello più alto dall’inizio degli anni 2000, che aveva reso difficile l’accesso al credito per le famiglie americane e per le imprese.
La prossima riunione della Fed si terrà il 17 e 18 dicembre e gli operatori di mercato si aspettano un ulteriore taglio di un quarto di punto, secondo lo strumento CME Group.
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