Giovedì 7 novembre il Parlamento ha adottato in via definitiva una legge volta a regolamentare ulteriormente il mercato degli affitti a breve termine, come quelli offerti su Airbnb. Questo testo, in discussione dall’aprile 2023 e sostenuto da parlamentari di diversi orizzonti politici, risponde alla pressione esercitata da la crescita di questi affitti nelle grandi città e nelle zone turistichespesso a scapito dell’accesso ad alloggi permanenti.
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Un quadro fiscale meno favorevole per gli affitti turistici
Per mitigare l'impatto degli alloggi turistici ammobiliati sul mercato immobiliare tradizionale, la legge riduce l'agevolazione fiscale concessa ai proprietari. Gli alloggi ammobiliati non classificati vedranno la loro detrazione fiscale ridotta dal 50% al 30%con un tetto massimo di 15.000 euro di canoni locativi.
Per quanto riguarda gli alloggi arredati e le camere degli ospiti classificati, la riduzione verrà ridotta dal 71% al 50%con un limite di 77.700 euro di reddito. L'obiettivo è avvicinarne la tassazione a quella degli affitti tradizionali, contribuendo così a frenare la speculazione e incoraggiando il ritorno delle abitazioni nel mercato degli affitti a lungo termine. Questa misura è stato elogiato dagli operatori del settore alberghiero che lo vedono come una migliore equità competitiva.
Tuttavia, la piattaforma Airbnb ha espresso le sue preoccupazioni, ritenendo che queste nuove regole potrebbero colpire le famiglie che utilizzare affitti a breve termine per integrare il proprio reddito. Inoltre, questa misura potrebbe avere un impatto anche sul mercato del credito immobiliare, poiché una minore redditività potrebbe spingere gli investitori a rivedere i loro piani di finanziamento e le loro strategie di acquisto.
Nuovi strumenti per i Comuni
La legge offre anche nuove possibilità ai sindaci di regolamentare l'affitto di alloggi turistici ammobiliati nel loro comune. Possono, se lo desiderano, limitare a 90 giorni all'anno il periodo durante il quale l'abitazione principale può essere affittatarispetto a 120 giorni prima. Inoltre, la normativa consente di stabilire quote per il numero di alloggi turistici arredati e di riservare alcune aree, attraverso il piano urbanistico locale, alle residenze principali.
Questa autonomia rafforzata mira ad aiutare le città a contenere la crescita degli affitti a breve termine e a proteggere l’accesso dei residenti all’alloggio. Gli eletti locali potranno così adattare meglio i loro regolamenti alle specificità del loro territorio.
Trasparenza e prestazione energetica al centro dei nuovi obblighi
Infine, la legge impone nuove misure per aumentare la trasparenza e garantire migliori prestazioni energetiche delle strutture ricettive ammobiliate. Ogni locazione deve essere registrata e il proprietario deve dimostrarne la legittimità. I fiduciari della comproprietà avranno la possibilità di vietare questo tipo di locazione tramite i propri regolamenti interni.
Inoltre, a partire dal 2025, le nuove strutture ricettive arredate devono essere conformi agli standard di diagnosi della prestazione energetica (DPE), con soglie in evoluzione fino al 2028. Gli alloggi esistenti beneficeranno di un periodo di dieci anni per conformarsi a questi standard.
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