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la tua spazzatura ti costerà sempre di più

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Presto dovrai pensarci due volte prima di portare fuori la spazzatura. Una nuova tassa, che comincia a diffondersi in Francia, ti farà pagare individualmente per ogni sacco di rifiuti che butti via.

Quando si tratta di protezione ambientale, i rifiuti rappresentano un problema almeno altrettanto grave quanto i gas serra. La loro quantità ha continuato ad aumentare negli ultimi decenni e la loro gestione pone un duplice problema. Ecologico da un lato, perché l'incenerimento e lo smaltimento in discarica dei rifiuti sono molto inquinanti. Economico, d’altro canto, perché i costi di raccolta, smistamento e trattamento dei rifiuti continuano ad aumentare vertiginosamente.

Di fronte a queste realtà, le autorità pubbliche stanno esplorando diverse strade per ridurre la quantità di rifiuti non riciclabili prodotti ogni anno, quelli che sono più costosi per la comunità e l’ambiente. E una delle loro leve d’azione è la tassazione, attraverso l’istituzione di “prezzi incentivanti” per i rifiuti domestici. Può assumere la forma di un'imposta (TEOMi) o di una commissione (REOMi) e funziona secondo il principio della quota variabile.

Attualmente, la gestione dei rifiuti è assicurata dalle autorità locali e finanziata dalla tassa sulla rimozione dei rifiuti domestici, la TEOM (senza i). Tale imposta si calcola applicando un'aliquota al valore locativo catastale dell'abitazione che produce i rifiuti. Il suo ammontare non è quindi correlato alla quantità di rifiuti effettivamente gettati via. La tariffazione incentivante modifica questo principio, modulando l'importo da pagare in base alla quantità di rifiuti effettivamente prodotti.

Il listino prezzi 2024 della Tariffa Smaltimento Rifiuti Domestici SMD3 ©SMD3

Se il principio è legittimo, la sua attuazione rischia tuttavia di far esplodere il costo dei rifiuti, e in modo molto diseguale a seconda delle famiglie e dei territori. Ad esempio, la Communauté de Communes du Grand Ouest Toulousain applica una tassa di incentivazione, composta da una quota fissa, il cui ammontare dipende dal volume del bidone e che dà diritto a un certo numero di ritiri o depositi all'anno, e una quota variabile per ogni ulteriore rilancio o deposito.

Per la raccolta porta a porta di un contenitore da 240 litri il costo è di 74,06 euro per 10 ritiri all'anno, ovvero meno di uno al mese, e 17,25 euro per ogni raccolta aggiuntiva. Per il ritiro presso un punto di deposito volontario, la tariffa forfettaria annuale ammonta quindi a 43,20 € per 28 depositi di sacchi da 50 L, quindi 3,59 € per bagaglio aggiuntivo. Un sistema restrittivo, che impone di conservare a lungo i propri rifiuti tra ogni raccolta o deposito, ma i cui prezzi sembrano comunque ragionevoli.

Le cose peggiorano, però, se ci rivolgiamo a SMD3, il sindacato responsabile dei rifiuti in Dordogna. Questa organizzazione questa volta applica una tariffa incentivante, a prezzi molto più alti. Per un nucleo familiare di 2 persone raccolte porta a porta, il pacchetto annuale ammonta a 362,59 euro, per 13 ritiri di contenitori da 120 litri e 26 visite alla raccolta differenziata. Ogni sollevamento aggiuntivo dei contenitori costa quindi 11,16 € e ogni viaggio aggiuntivo al centro di riciclaggio costa 10,55 €.

Da un territorio all'altro i prezzi e le modalità di riscossione sono molto eterogenei. E dal prossimo anno milioni di cittadini si troveranno di fronte all’attuazione di tariffe incentivanti, perché la legge sulla transizione energetica per la crescita verde ha fissato l’obiettivo di 25 milioni di abitanti coperti da questo sistema nel 2025. Inoltre, il dipartimento del Var ha previsto la generalizzazione del sistema a partire dal 2026, e lo sta testando per un anno nella comunità dei comuni del Pays de Fayence dal 1È il prossimo gennaio.

Di fronte all’arrivo inesorabile delle tariffe incentivanti sui rifiuti non c’è altra soluzione che cambiare drasticamente le nostre abitudini. Poiché si tratta solo dei rifiuti domestici (sacchi neri) e sono esclusi i rifiuti riciclabili (sacchi gialli) e il vetro, dovrai ottimizzare i tuoi acquisti e il tuo modo di vivere per produrre il meno possibile. Limitare gli sprechi alimentari, compostare i rifiuti organici, evitare salviette detergenti monouso, differenziare correttamente gli imballaggi, ecc.

Ma per quanto virtuosi, questi comportamenti purtroppo non sono alla portata di tutti. Che dire del compostaggio negli alloggi collettivi nelle città molto dense? Oppure pannolini per genitori di bambini piccoli o adulti con incontinenza? Essendo la tariffazione incentivante una misura che attacca chi è a valle (i consumatori) e non chi è a monte (le imprese) della produzione dei rifiuti, e che punta sulla responsabilità individuale piuttosto che su quella collettiva, produce necessariamente effetti disuguali.

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