Il secondo mitragliatore SIG Sauer MPX rubato alla polizia a marzo in un veicolo di servizio non è stato ritrovato e non sarà ritrovato presto: secondo le nostre informazioni è accertato che è stato venduto. Se riapparirà sarà per caso, magari durante una rapina, in Svizzera o all’estero.
Si ricorda che la notte del 17 marzo due armi di questo tipo sono state rubate a Pâquis in un’auto civetta della brigata anticrimine. Uno era stato utilizzato per abbattere la vetrina di un bar, che a quell’ora era vuoto. Era stato recuperato da un bidone della spazzatura. Il presunto autore degli spari, 19 anni e residente nel centro per richiedenti asilo Seymaz, è stato rapidamente arrestato.
Il secondo mitragliatore è scomparso. La Procura si limita a confermare che è in corso un procedimento penale; e che la polizia (IGS) esamini il caso dal punto di vista della potenziale responsabilità penale degli agenti di polizia. La sua relazione non è stata ancora presentata.
Normalmente, queste armi devono essere custodite in una cassaforte presumibilmente installata in tutti i veicoli della polizia. Un ordine di servizio regolava tale obbligo. Tuttavia, la notte dell’incidente, gli MPX non erano nel nascondiglio, e per una buona ragione: l’auto non ne era dotata.
La polizia non affronta casi specifici, ma conferma implicitamente la parziale attuazione della direttiva: non tutti i loro veicoli sono dotati del famoso “cassetto di sicurezza”. Secondo lei, si trova nella “maggior parte” delle serigrafate e in “alcune” quelle non contrassegnate. Inoltre, “per alcuni veicoli non equipaggiati”, sono state distribuite misure di sicurezza”.
Inoltre, “sono state fornite a tutto il corpo le informazioni relative alle necessarie misure di sicurezza per le armi lunghe trasportate (…)”. Quanto agli eventuali adattamenti decisi dopo questo imbarazzante episodio, nulla filtrerà, “per ragioni di sicurezza”.
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