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Svizzera: l’inflazione continua a diminuire in ottobre

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Economia svizzera

L’inflazione continua a diminuire in ottobre

I prezzi al consumo stanno diminuendo negli hotel e nei viaggi internazionali. Frutta e verdura, così come i combustibili, contribuiscono a questa tendenza.

Pubblicato oggi alle 8:51 Aggiornato 1 ora fa

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L’inflazione ha continuato il suo graduale calo in ottobre. I prezzi al consumo sono diminuiti negli alberghi e nei pacchetti turistici internazionali. A questa tendenza hanno contribuito anche benzina, gasolio, frutta e verdura, mentre non hanno contribuito abbigliamento, scarpe, servizi di manutenzione e pulizie.

L’indice dei prezzi al consumo (IPC) è aumentato dello 0,6% su un anno a 107,1 punti, ha rilevato venerdì l’Ufficio federale di statistica (UST). L’aumento dei prezzi è quindi inferiore alle previsioni degli economisti intervistati dall’agenzia AWP, che prevedevano un aumento compreso tra lo 0,7 e lo 0,9%.

Su un mese l’inflazione è scesa dello 0,1%.

L’inflazione core, ovvero l’evoluzione a lungo termine dei prezzi, mostra un aumento più marcato su un anno. L’aumento del relativo sottoindice ha raggiunto lo 0,8% (+ 0,1% mensile) a 105,0 punti.

I prodotti autoctoni hanno spinto al rialzo i prezzi al consumo, come evidenziato da un aumento dell’1,8% (-0,1% su un mese) a 106,7 punti. Le tariffe per i prodotti importati sono diminuite del 3,1% (-0,1%) per un sottoindice di 108,2 punti.

Con un peso di quasi un quarto nel calcolo dell’IPC, il gruppo “Alloggio ed energia” è rimasto stabile rispetto a settembre, ma è aumentato del 3,5% rispetto a ottobre 2023. Per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche (11% dell’indice), gli statistici hanno notato rispettivamente un calo dello 0,7% e dello 0,3%. I prezzi della sanità, che coprono il 15% del totale, sono diminuiti dello 0,8% su base annua e dello 0,1% su base mensile. Anche i trasporti (11,5% dell’indice dei prezzi al consumo) hanno seguito una tendenza al ribasso, -2,7% su un anno.

Nessuna accelerazione da giugno

L’inflazione è su una curva discendente ormai da diversi mesi. A settembre l’inflazione si è attestata al +0,8%, dopo il +1,1% di agosto e poi il +1,3% di giugno e luglio. Nell’intero 2023 l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 2,1%.

A breve termine sembra prevalere la stabilità relativa dei prezzi, riassume Arthur Jurus, economista del broker franco-tedesco Oddo BHF. L’inflazione rimane moderata ma persistente nel lungo termine, come dimostrato dal sottoindice dell’inflazione core. Il notevole calo dei prezzi importati contrasta con l’aumento dei prodotti nazionali, il che indica che la domanda interna rimane relativamente stabile, precisa lo specialista.

Da tre anni l’inflazione si avvicina all’obiettivo del 2% fissato dalla Banca nazionale svizzera (BNS). Il livello dell’inflazione resta tuttavia «molto inferiore» rispetto alle previsioni dell’istituto emittente, ricorda Jurus. Sulla base di un tasso di riferimento stabile all’1%, la Banca nazionale prevede +1,2% nel 2024, +0,6% nel 2025 e +0,7% nel 2026.

L’economista prevede quindi una riduzione da parte della Banca Centrale di 25 punti base (bp) del tasso di riferimento a dicembre e un ulteriore taglio di 25 pb nel prossimo marzo, portando il tasso di riferimento allo 0,50%. Ciò non basterà a contrastare la forza del franco: la moneta svizzera continuerà ad apprezzarsi, prevede Arthur Jurus.

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