DayFR Italian

I francesi hanno chiesto di contribuire maggiormente al finanziamento della rete elettrica

-
I francesi saranno chiamati a contribuire di più alla bolletta elettrica a partire dal 2025 per finanziare i colossali investimenti legati alla transizione energetica, ha stimato giovedì il regolatore energetico che apre una consultazione per determinare l’entità di questo aumento (LOIC VENANCE / AFP/Archivi)

I francesi saranno invitati a contribuire maggiormente alla bolletta elettrica a partire dal 2025 per finanziare i colossali investimenti legati alla transizione energetica, ha stimato giovedì il regolatore dell’energia che sta aprendo una consultazione per determinare l’entità di questo aumento.

Concretamente, questo aumento del contributo al finanziamento delle reti RTE ed Enedis non dovrebbe comportare un aumento della bolletta per la maggior parte delle famiglie.

La decisione della Commissione per la regolamentazione dell’energia (CRE) si aggiungerà al calcolo della nuova tassazione sull’elettricità prevista nel progetto di bilancio del governo che promette di “garantire al consumatore una riduzione del 9% della tariffa di vendita regolamentata (TRV) nel 2025 dal 1° febbraio”.

Aperta fino al 22 novembre, la consultazione lanciata dal CRE, l’ente regolatore del settore, è aperta a tutti, dal grande pubblico alle imprese. Si tratta della “tariffa di rete”: non è una tassa ma l’equivalente di un pedaggio per l’utilizzo delle reti di trasmissione dell’energia elettrica – RTE e delle reti di distribuzione dell’energia elettrica – Enedis.

Pagato dai fornitori, viene trasferito alle famiglie e alle imprese attraverso la bolletta elettrica. Costituisce una delle tre componenti della bolletta, con il costo dell’elettricità e delle tasse.

L’importo di questo futuro “pedaggio di rete” noto come TURPE7 (o tariffa per l’uso delle reti elettriche), per il periodo 2025-2028, sarà fissato dalla CRE entro gennaio 2025, ha annunciato l’autorità indipendente.

Concretamente per un cliente residenziale, la TURPE rappresenta attualmente “circa 0,06 €/kWh, ovvero circa dal 20 al 30% di una bolletta elettrica media, tasse incluse, a seconda del prezzo dell’elettricità”, sottolinea la CRE. Con l’aumento nel 2025 rappresenterebbe da 0,068 a 0,069 €/KWh in bolletta.

La CRE sostiene che dovrebbe “essere necessario aumentare la TURPE di circa il 10% nel 2025, seguito da tre anni di aumenti dell’inflazione, per dare ai gestori della rete i mezzi per svolgere le loro missioni in buone condizioni. Si tratta di uno scenario “illustrativo” che fornisce un ordine di grandezza ma non costituisce la decisione finale.

– Energie rinnovabili –

La CRE sottolinea che questo aumento è dovuto in particolare alla forte crescita delle spese di investimento previste: da 2,1 miliardi di euro all’anno nel 2023 a 6,4 miliardi nel 2028 per RTE, e da 4,9 miliardi all’anno nel 2023 a 7 miliardi nel 2028 per Enedis.

Il periodo tariffario (2025-2028) “sarà caratterizzato da politiche proattive di elettrificazione degli usi, in particolare della mobilità e dell’industria, e dalla crescita della produzione elettrica da fonti rinnovabili, con la conseguenza di un continuo e significativo sviluppo del numero di connessioni” , indica la CRE.

“Sarà necessario, allo stesso tempo, migliorare la resilienza delle reti per far fronte ai cambiamenti climatici e compensare il loro invecchiamento”, aggiunge. Secondo lei, la RTE ha chiesto un aumento della tariffa del +12,2% e l’Enedis del +18,9%.

Questo aumento previsto si inserisce in un contesto esplosivo per i prezzi dell’energia, con il governo che prevede di aumentare le tasse sull’elettricità.

La presidente della CRE, Emmanuelle Wargon, aveva invitato, prima della presentazione del bilancio, a “fare attenzione” all’aumento eccessivo dell’imposta nazionale sui consumi finali dell’elettricità (TICFE) e alle sue conseguenze sulle bollette.

Questa tassa era stata abbassata al minimo per alleviare le bollette dei francesi durante la crisi energetica. È stato aumentato a febbraio da 1 a 21 euro per MWh e il precedente governo intendeva portarlo a 32,44 euro per MWh nel febbraio 2025, cioè al suo livello prima dell’impennata dei prezzi dell’elettricità sui mercati.

Concretamente, il governo di Michel Barnier prevede ora di fissare un’aliquota base per questa tassa a 25 €/MWh. A ciò si aggiungerebbe un aumento compreso tra 5 e 25 euro/MWh, che sarà determinato in funzione dell’evoluzione dei prezzi sui mercati e del livello mantenuto per Turpe. E questo, per rispettare l’impegno di ridurre le bollette elettriche alla tariffa di vendita regolamentata (TRV) del -9% nel mese di febbraio.

La CRE sta studiando l’opportunità di anticipare l’applicazione della TURPE 7 da agosto 2025, termine previsto, a febbraio, al fine di “evitare movimenti in direzioni opposte a intervalli di 6 mesi”.

Related News :