“Tra i due partiti permangono grandi differenze”, lamenta il Ministero del Commercio cinese in un comunicato stampa pubblicato sabato. Secondo il testo, i negoziatori “hanno compiuto progressi significativi in alcuni settori”, ma “non sono riusciti a raggiungere una soluzione accettabile per entrambe le parti”. Pechino ha già invitato i negoziatori dell’UE a un nuovo round di negoziati in Cina, il nono dal 20 settembre.
“Ci auguriamo che l’Unione europea possa incontrare la Cina a metà strada, organizzare una visita in Cina il più presto possibile e accelerare le consultazioni con un atteggiamento costruttivo, in modo da raggiungere una soluzione adeguata il più presto possibile”, si legge nel comunicato stampa il Ministero del Commercio.
Verso un sovrapprezzo fino al 35%
La Commissione europea può ora aggiungere all’imposta del 10% già in vigore un sovrapprezzo fino al 35% sui veicoli a batteria di fabbricazione cinese. Questi dazi compensativi dovrebbero entrare in vigore alla fine di ottobre.
I paesi membri dell’UE hanno confermato con il voto di inizio ottobre l’imposizione di dazi doganali sulle auto elettriche importate dalla Cina, nonostante l’opposizione dei tedeschi che temono una guerra commerciale con Pechino.
L’esecutivo europeo accusa Pechino di aver falsato la concorrenza sovvenzionando massicciamente i produttori sul suo territorio, consentendo loro di offrire prezzi più bassi. L’UE spera così di proteggere la propria industria automobilistica, che impiega 14,6 milioni di persone.
“Pratiche protezionistiche sleali”
Pechino denuncia “pratiche protezionistiche ingiuste e irragionevoli”. La Cina ha già risposto avviando indagini antidumping contro carne di maiale, prodotti lattiero-caseari e alcolici a base di vino importati dall’Europa, compreso il cognac. Allo stesso tempo, l’Unione Europea sta indagando sui sussidi cinesi concessi ai produttori di turbine eoliche e pannelli solari.
Sabato, il Ministero del Commercio cinese ha avvertito: “Se l’UE negozia separatamente gli impegni sui prezzi con alcune aziende, mentre negozia con la Cina, scuoterà le fondamenta e la fiducia reciproca dei negoziati, interferirà con i negoziati tra entrambe le parti e danneggerà il progresso generale. delle consultazioni”.
Il giorno prima, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel aveva affermato di voler trovare un accordo nei prossimi giorni o settimane, nonostante un contesto “molto difficile”. Dopo un incontro con il premier cinese Li Qiang in Laos, ha detto: “Ho l’impressione che la porta non sia chiusa, ma è una situazione molto difficile. Condividiamo l’idea che una guerra doganale fallirà inevitabilmente e che dobbiamo compiere sforzi per evitarla”.
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