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rimuovere i colli di bottiglia per accelerare la crescita

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lIl nuovo modello di sviluppo (NMD) evidenzia l’importante ruolo che la produttività e il dinamismo del settore privato devono svolgere affinché il Regno possa intraprendere un percorso verso una crescita più robusta. L’ambizione del governo è quella di invertire la proporzione tra investimenti privati ​​e pubblici, per raggiungere una quota di 2/3 per i privati ​​e 1/3 per il pubblico entro il 2035.

Nel 2022 sono stati registrati oltre 107 miliardi di dirham di investimenti privati. All’inizio del 2024, la 3a Commissione nazionale per gli investimenti ha approvato 42 progetti per 7,4 miliardi di dirham, tutti guidati dal settore privato. Tuttavia, la controversia è che invece di creare più posti di lavoro, stiamo assistendo alla loro distruzione. Perché nel terzo trimestre del 2023 sono andati perduti più di 290.000 posti di lavoro, con un conseguente calo della crescita economica del Paese.

Sfide strutturali

Secondo il rapporto di monitoraggio della situazione economica, pubblicato quest’estate dalla Banca Mondiale, in collaborazione con l’Osservatorio marocchino delle piccole e medie imprese (OMTPME), il settore privato marocchino deve affrontare diverse sfide strutturali che ne ostacolano il contributo alla crescita economica. Tra queste sfide, notiamo un ambiente competitivo spesso insufficiente, in cui alcune aziende dominanti beneficiano di un eccessivo potere di mercato, limitando i guadagni di efficienza. Inoltre, persistono carenze normative, che impediscono l’ingresso di nuove imprese nei mercati e rallentano il processo di “distruzione creativa”.

A ciò si aggiunge la concorrenza informale, che colpisce quasi il 77% della popolazione attiva, oltre al rallentamento del credito concesso al settore privato a scapito del settore pubblico ritenuto meno rischioso, che aggrava i problemi di liquidità di queste imprese, soprattutto il più piccolo. Il rapporto aggiunge che l’accesso ineguale ai servizi digitali e la discrepanza tra le competenze disponibili e le esigenze delle imprese costituiscono barriere che complicano la sopravvivenza e la crescita degli attori del settore formale. L’istituto finanziario sottolinea che questo fenomeno è aggravato dalla mancanza di innovazione, dall’elevato tasso di disoccupazione, soprattutto tra i giovani e le donne, e dal basso livello di capitalizzazione delle imprese, che le rendono vulnerabili agli shock economici.

L’effetto spiazzamento: un freno?

Nella sua analisi macroeconomica della situazione, Rabbie Allouli, professore di economia e management presso la Facoltà di Scienze giuridiche, economiche e sociali di Agadir, evidenzia i fattori macroeconomici e finanziari come amplificatori di queste debolezze strutturali sopra menzionate. In primo luogo, l’“effetto spiazzamento”, un fenomeno economico caratterizzato da un calo degli investimenti e dei consumi privati ​​che sarebbe causato da un aumento della spesa pubblica.

“È l’aumento della spesa pubblica durante e dopo la crisi del Covid-19 a sostegno dell’economia, che ha dirottato risorse che altrimenti sarebbero state investite dal settore privato. Il fatto che lo Stato aumenti la spesa in settori chiave può talvolta portare a una riduzione degli investimenti privati, perché le risorse finanziarie possono essere concentrate su progetti pubblici a scapito delle aziende private”, spiega l’esperto. “La soluzione chiave sarebbe garantire che le politiche pubbliche sostengano anziché ostacolare l’iniziativa privata”, aggiunge.

Misure per rilanciare il settore privato

Di fronte a queste sfide, la Banca mondiale accoglie con favore i progressi sostanziali del Marocco nella lotta contro le pratiche anticoncorrenziali, in particolare attraverso l’operatività del Consiglio per la concorrenza, la modifica della legge sulla concorrenza a metà del 2023 e la riforma delle società pubbliche attualmente in fase di attuazione, con la creazione dell’Agenzia nazionale per la gestione strategica delle partecipazioni statali.

Tuttavia, occorre prestare particolare attenzione all’equità dei meccanismi di sostegno statale per evitare di ampliare il divario tra grandi aziende e PMI. La riforma fiscale in corso, che punta a un’aliquota uniforme del 20% entro il 2026, dovrebbe correggere alcune distorsioni. L’istituto finanziario chiede quindi un ambiente imprenditoriale più flessibile, in cui le aziende innovative possano prosperare. Infine, per migliorare la competitività del settore privato, è fondamentale migliorare l’accesso ai finanziamenti, adattare l’offerta di competenze alle esigenze del mercato e facilitare l’accesso ai servizi digitali per le piccole imprese. “L’eliminazione dei vincoli che gravano sul settore privato consentirebbe di superare la debole capacità di creazione di posti di lavoro che l’economia marocchina ha dimostrato negli ultimi anni”, si legge nel suddetto rapporto.

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