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Imprese in difficoltà – L’esenzione dal pignoramento dell’abitazione principale persiste anche dopo la cessazione dell’attività

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Immagine 1Crediti: Soluzione stock AB – stock.adobe.com

L’imprenditore artigiano individuale cessa la propria attività. Viene quindi rimosso dall’elenco commerciale e quindi posto in amministrazione controllata e liquidazione. Il curatore chiede di disporre l’asta dell’abitazione principale dell’artigiano. Quest’ultimo si oppone a tale vendita a causa dell’inafferrabilità della sua abitazione principale e intraprende azioni legali.

La corte d’appello respinge la richiesta dell’artigiano e autorizza la prosecuzione della vendita della sua abitazione principale. Per lei l’abitazione principale dell’artigiano può essere sequestrata perché l’apertura della procedura collettiva è avvenuta dopo la cancellazione dell’artigiano dal registro delle imprese.

La Corte di Cassazione ribalta e annulla la decisione del ricorso. Secondo lei, l’esenzione dal pignoramento dell’abitazione principale resta finché non si estinguono i diritti dei creditori contro i quali è opponibile. Quindi, il la cessazione dell’attività professionale non pone fine a questa elusività.

Da notare

In questo caso il creditore può avviare una procedura presso la residenza principale del singolo imprenditore solo se il suo credito non deriva dalla sua attività professionale.

Rappel

L’esenzione dal sequestro dell’abitazione principale non si applica quando l’amministrazione fiscale è a carico dell’imprenditore:

  • manovre fraudolente (occultamento di acquisti e vendite, omessa dichiarazione di operazioni imponibili non registrate in contabilità, ecc.);
  • grave e reiterata inosservanza degli obblighi fiscali.

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