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Conferenza APD sulle nuove relazioni Europa-AfricaD

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Alain Juillet, luminare dell’intelligence economica, con Farida Jirari e Rachid Seddik Seghir

Alain Juillet, ex capo dell’intelligence francese, ha affrontato le nuove dinamiche geopolitiche tra Europa e Africa in una conferenza a Casablanca, organizzata dall’Associazione per il progresso dei leader (APD). Di fronte ai recenti sconvolgimenti politici in Africa, chiede un ripensamento della cooperazione euro-africana, evidenziando l’indebolimento dell’influenza europea e l’emergere di nuovi attori come Cina e Russia.

Alain Juillet, ex capo dei servizi segreti francesi, ha parlato ieri a Casablanca con un gruppo di leader marocchini. Questo scambio, che fa parte di una conferenza organizzata dall’Associazione per il Progresso dei Leader (APD), si è concentrato sul nuovo equilibrio strategico di potere tra Europa e Africa. Ciò alla luce dei recenti sviluppi nell’Africa settentrionale e occidentale, nonché nella regione del Sahel. Di fronte a un pubblico composto principalmente da decisori, affascinato da questo tema di grande importanza strategica, l’uomo che ha ricoperto incarichi di rilievo anche nel campo dell’intelligence economica si è soffermato nel dettaglio sui diversi assi del convegno, richiamati dagli organizzatori .

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Infatti, intervenendo in un breve discorso inaugurale, Farida Jirari, direttrice generale dell’APD, ha delineato i contorni del tema, non senza sottolineare il dinamismo dell’associazione, che con questo convegno ha segnato la sua 23th attività dall’inizio dell’anno. Da notare che questo tema arriva “poche settimane dopo il riconoscimento francese della sovranità del Regno sul Sahara e poche settimane prima della visita del presidente Macron, che dovrebbe suggellare una nuova partnership tra i due paesi alleati strategici”. ha detto. Inoltre, tale riflessione implica, secondo il leader dell’APD, l’esame degli sconvolgimenti politici e di sicurezza, nonché l’ascesa al potere dei movimenti antifrancesi che si verificano nella parte occidentale e francofona del continente. Parte fino ad allora sotto la supervisione francese.

Europa-Africa: ripensare la cooperazione

Continuando a delineare l’argomento, la DG dell’APS ha sottolineato che questa evoluzione della situazione – segnata dai vari colpi di stato militari in Mali, Burkina Faso, Guinea e Niger – ha contribuito, da una parte, all’indebolimento della tradizionale influenza della Francia, e più in generale dell’Europa; e ha aperto la strada, d’altro canto, a nuovi attori, in particolare russi e cinesi, per estendere la loro influenza lì. Questi attori offrono servizi di sicurezza alternativi ai regimi in vigore, adottando al tempo stesso un discorso antioccidentale che ha una risonanza favorevole tra i leader locali.

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Di fronte a questi sviluppi, che segnano una svolta nelle relazioni euro-africane, “l’Europa è costretta a ripensare le sue politiche di cooperazione con l’Africa, integrando le nuove realtà strategiche sul terreno”, ha indicato Farida Jirari. Ha inoltre sottolineato che l’“approccio paternalistico”, precedentemente adottato dal Vecchio Continente nei confronti della “Culla dell’umanità”, viene ora sostituito da una prospettiva assertiva, caratterizzata dal desiderio di diversificare i partenariati economici e militari.

A ciò si aggiungono le questioni energetiche e le crescenti tensioni sulle materie prime nel continente africano. Tante sfide che hanno portato il primo responsabile dell’ODA ad affermare che “il nuovo equilibrio strategico di potere tra Europa e Africa non si limita solo a considerazioni di sicurezza, ma si estende anche a questioni economiche e diplomatiche che ridefiniranno il futuro dei due continenti.

L’APS al centro delle nuove realtà

Apportando la sua competenza informata alle varie preoccupazioni sollevate dalla signora Jirari e dai suoi membri, Alain Juillet ha trovato legittimo il vento di sovranità che soffia sull’Africa, così come il sentimento di crescente nazionalismo che si sviluppa lì. “Molti paesi aspirano a ridurre la loro dipendenza dagli aiuti esterni, ed è probabile che le relazioni economiche evolveranno verso una maggiore autosufficienza. Ciò potrebbe trasformare il ruolo dei partner esterni, che dovranno adattarsi a queste nuove realtà”, ha affermato. Per quanto riguarda il declino dell’egemonia della Francia sulle sue ex colonie, ciò si spiega in parte con la profonda ignoranza che la maggior parte dei presidenti francesi hanno del continente africano. Ha precisato che la politica francese è divisa tra una destra consapevole dell’importanza del continente e una sinistra, influenzata dal “wokismo”, che sviluppa un senso di colpa legato al passato coloniale. Ciò rallenta qualsiasi coinvolgimento e limita le iniziative, anche se sono vantaggiose per gli africani.

Sviluppo finanziario

Per quanto riguarda le prospettive economiche globali, Alain Juillet ha assicurato che, se è innegabile che l’Africa sta vivendo uno dei migliori tassi di crescita del mondo, la mancanza di industrializzazione e di liquidità ne ostacola lo sviluppo. “Le banche centrali dovrebbero svolgere un ruolo più attivo nella ricerca di finanziamenti, ma l’instabilità politica, soprattutto nei regimi militari, spesso scoraggia gli investitori a lungo termine, che necessitano di 20-30 anni di visibilità per impegnare i propri capitali”, ha dichiarato.

Un altro punto sollevato riguarda la controversia sul dollaro. A questo proposito, l’esperto ha ricordato il contesto storico dell’egemonia del dollaro e ha rivelato segnali di un desiderio crescente di porvi fine. “Negli anni 2000, la Cina deteneva fino al 34% dei titoli del Tesoro statunitense, creando un equilibrio di dipendenza tra le due nazioni. Tuttavia, oggi la Cina ha ridotto la propria partecipazione a circa il 20%, cercando di diversificare le proprie riserve e prepararsi a una potenziale svalutazione del dollaro. Con l’avvento dello yuan cinese e la possibilità dell’“e-yuan”, l’egemonia del dollaro è sempre più contestata. »

Gli scambi tra l’ex alto funzionario francese e i membri dell’Associazione hanno riguardato anche molti altri temi sui quali Alain Juillet, definito da Farida Jirari un “brillante esperto dalla carriera notevole”, ha fornito risposte particolarmente edificanti.

Getème Yao

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