“Il miglior smartphone di tutti i tempi”, “il più amato”, “il più sottile”… Visti i luoghi comuni e i superlativi utilizzati dai team Apple lunedì sera nella loro roccaforte di Cupertino (California), ci si potrebbe chiedere se il loro CEO Tim Cook non abbia utilizzato l’intelligenza artificiale (IA) per promuovere l’ultimo iPhone, il sedicesimo del suo nome.
Perché, a parte un pulsante che dovrebbe semplificare lo scatto delle foto, una durata della batteria migliorata e un processore più potente, questa nuova gamma di terminali non segna realmente una rivoluzione visibile a livello hardware. L'innovazione è concentrata altrove, nelle sue viscere software, che dovrebbero offrire agli appassionati Apple nuovi utilizzi, basati sull'avvento della cosiddetta IA generativa.
Questa tecnologia è stata resa popolare dall'avvento di ChatGPT, il robot conversazionale lanciato dalla californiana OpenAI alla fine del 2022. Lungi dall'essere un gadget, offre uno scorcio di nuovi modi, più intuitivi e naturali, di accedere alle informazioni e gestire i nostri strumenti digitali. Chiamato Apple Intelligence, il sistema progettato dall'azienda Apple offre così, tra le altre cose, assistenza alla scrittura o generazione di immagini su richiesta. L'iPhone 16 sarà così in grado di scrivere testi strutturati da semplici note inserite dall'utente, riassumere e-mail e rispondere tramite l'assistente vocale Siri a richieste più complicate, ad esempio per trovare una foto archiviata nell'album digitale da un semplice (…)
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