Di ritorno dall’Asia, il Papa accusa Trump e Harris di essere “contro la vita” – Il mio blog
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Di ritorno dall’Asia, il Papa accusa Trump e Harris di essere “contro la vita” – Il mio blog

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Di ritorno da un estenuante viaggio in Asia e Oceania, venerdì il Papa ha criticato in termini virulenti i candidati presidenziali americani, accusando il repubblicano Donald Trump e la democratica Kamala Harris di essere “contro la vita”.

Francesco ha parlato a lungo con i giornalisti sull'aereo di ritorno da Singapore a Roma dopo un tour-maratona che lo ha visto parlare a grandi folle in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore.

Interrogato sulla scelta che gli elettori americani dovranno affrontare alle elezioni presidenziali del 5 novembre tra l'ex presidente Donald Trump, con la sua retorica anti-immigrazione, e la vicepresidente Kamala Harris, che difende il diritto all'aborto, il Papa li ha liquidati come due contrapposti.

“Entrambi (i candidati) sono contro la vita. Che si tratti di chi rimanda indietro i migranti o di chi uccide i bambini. Entrambi sono contro la vita”, ha detto.

“Non sono americano, non posso votare lì, ma diciamolo chiaramente, rimandare indietro i migranti, negare loro la possibilità di lavorare, negare loro l'accoglienza, è un peccato, è una cosa grave.”

“Nella morale politica, in generale, non votare è sbagliato. Non è bene, dobbiamo votare e dobbiamo scegliere il male minore. Qual è il male minore? Questa signora, o questo signore? Non lo so, ognuno ha la sua coscienza”, ha aggiunto l'87enne gesuita argentino.

Alla richiesta di commentare queste osservazioni, la portavoce della Casa Bianca ha affermato che “il papa parla per sé”. “Non ho parlato con il presidente dei commenti specifici del papa sulle prossime elezioni”, ha aggiunto Karine Jean-Pierre.

Il pontefice argentino parla spesso dei migranti, denunciandone il rifiuto da parte delle società occidentali. Non manca di ricordare la sua ferma opposizione all’aborto, che paragona a “omicidio”.

– Prossimo viaggio –

Nonostante l'età avanzata e i problemi di salute, Francesco è apparso in ottima forma durante il suo viaggio di 12 giorni in quattro Paesi del Sud-est asiatico e dell'Oceania, il viaggio più lungo e distante del suo pontificato.

Con incrollabile dinamismo percorse 33.000 km in due continenti, moltiplicando incontri ed eventi di massa.

Un anno dopo un importante intervento chirurgico addominale, l'ambizioso viaggio aveva sollevato dubbi sulla capacità di Jorge Bergoglio, che compirà 88 anni a dicembre, di sopportare una simile odissea.

Ma né il ritmo frenetico – sedici discorsi, fino a otto ore di fuso orario – né il caldo tropicale, né i molteplici incontri ufficiali sembravano disturbare il papa argentino.

Francesco ha perfino dimostrato una sorprendente resilienza, culminata martedì in un bagno di folla a Dili, Timor Ovest, tra 600.000 persone euforiche, dopo una messa di due ore e mezza nell'umido e soffocante caldo di questo Paese al 98% cattolico.

Questo 45° viaggio internazionale conferma l'importanza dei viaggi all'estero per questo pastore di campo, che ha sempre preferito gli incontri allo sfarzo del Vaticano e per il quale il contatto con la folla resta una fonte di energia vivificante.

“Nella sua mente, il papa non si sente stanco, ma felice. È una prospettiva molto diversa, anche molto cristiana, di vedere le cose”, ha detto all’AFP il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.

Questa tournée, inizialmente prevista per il 2020 ma posticipata a causa della pandemia, ha visto François affrontare temi a lui cari: il dialogo con l'Islam in Indonesia, la lotta alla pedocriminalità, la tutela dell'ambiente e la difesa dei diritti dei lavoratori migranti.

Dalla moschea di Giacarta alle strade affollate di Dili, il Papa avrà ricordato l’importanza che attribuisce al Sud del mondo e alle “periferie” di una Chiesa globalizzata che vorrebbe più aperta.

Dal 26 settembre il capo della Chiesa cattolica compirà un nuovo viaggio di quattro giorni in Lussemburgo e Belgio, prima di proseguire con l'Assemblea generale del Sinodo sul futuro della Chiesa in ottobre.

Francesco, tuttavia, ha annunciato venerdì che non si recherà a Parigi per la riapertura della cattedrale di Notre-Dame, restaurata dopo i danni causati dall'incendio del 15 aprile 2019.

cmk-gab/fjb

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