Senza Bitcoin, niente Svizzera! La campagna vittoriosa di Donald Trump si diffonde un vero e proprio slancio pro-criptovaluta in tutto il mondo. Un’onda d’urto il cui tema principale riguarda la creazione di riserve governative strategiche in Bitcoin. In effetti, molti candidati e altri entusiasti locali di BTC stanno spingendo in questa direzione ovunque. Ed è adesso la Banca nazionale svizzera (BNS) che dovrà decidere a fronte di un’iniziativa pubblicata all’inizio della settimana dalla Cancelleria federale svizzera.
- La Banca nazionale svizzera sta affrontando un’iniziativa per prendere in considerazione la detenzione di Bitcoin nelle sue riserve.
- Un gruppo di sostenitori svizzeri della criptovaluta ha presentato una proposta che richiede un referendum pubblico per costringere la BNS a detenere Bitcoin.
La febbre delle riserve strategiche in Bitcoin
Paesi che tengono Bitcoin già esistono. Ma la maggior parte delle volte, questo riguarda fondi digitali sequestrati durante procedimenti giudiziari destinato alla rivendita. Come nel caso di La Germania che ha sistemato tutto frettolosamente nel peggior momento possibile.
Poi ci sono paesi come Salvatorerecentemente inserito il club VIP delle nazioni con più di 6000 BTC nel portafoglio. Una procedura avviata ben prima Donald Trump non fa menzione di una riserva di questo tipo per gli Stati Uniti, come parte della sua campagna.
Comunque, questo contingenza emessa dal presidente eletto non è caduto nel vuoto. Perché fin dalla sua menzione ufficiale, a molti governi viene chiesto di prendere in considerazione l’idea di intraprendere questa avventura. E ora è il turno di Banca nazionale svizzera (BNS) per decidere…
La Banca nazionale svizzera è costretta a detenere BTC?
L’informazione arriva da un dispaccio dell’Afp. Questo circa a appello ufficiale rivolto all’attenzione della Banca Centrale Svizzera per considerare di tenere BTC nelle sue riserve. E basti dirlo questa istituzione non è molto aperta sull’argomento.
In effetti, il suo presidente Martin Schlegel si è espresso nuovamente qualche settimana fa la sua sfiducia nei confronti delle criptovalute. Perché nonostante la crescita significativa di questo settore, per lui lo vede solo come un semplice “ fenomeno di nicchia ».
Una situazione che non impedisce a “un gruppo di 10 persone, tra cui un certo numero di difensori svizzeri della criptovaluta”, di presentare una proposta volta a costringere la Banca nazionale svizzera (BNS) a detenere Bitcoin. Con un termine di 18 mesi per ritirare il Per presentare un referendum pubblico sono necessarie 100.000 firme.
Il 2025 sarà l’anno di la creazione di riserve strategiche in Bitcoin in tutto il mondo? La domanda merita di essere posta, vista la ripresa delle procedure ufficiali avviate in questa direzione. Ma sarà comunque necessario i diversi enti coinvolti sono aperti a questo tipo di cambiamento di paradigma.
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