Al termine di un importante incontro del Politburo del Partito comunista presieduto da Xi Jinping, tenutosi lunedì a Pechino, è stato deciso che le autorità “devono attuare politiche fiscali più proattive e politiche monetarie moderate e flessibili” e che “devono rafforzare le politiche straordinarie aggiustamenti anticiclici e […] stimolare vigorosamente i consumi, migliorare l’efficienza degli investimenti ed espandere la domanda interna in tutte le direzioni”. Questo tipo di discorso non veniva più utilizzato dai leader cinesi dalla crisi finanziaria del 2009, il che non manca di sollevare preoccupazioni in un momento in cui gli indici economici mostrano segni di debolezza. L’ultima riguarda le esportazioni cinesi di novembre che hanno registrato una crescita decisamente inferiore rispetto al mese precedente. Dopo un forte rimbalzo del 12,7% su base annua in ottobre, sono aumentati del 6,7% per raggiungere i 312,31 miliardi di dollari a novembre, secondo i dati doganali diffusi martedì. Le importazioni, nel frattempo, sono diminuite del 3,9% su base annua a novembre, rispetto al calo del 2,3% di ottobre.
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