Con l’inflazione che si avvicina all’obiettivo del 2% e la crescita che non decolla, ci sono tutte le ragioni a favore di un’ulteriore riduzione dei tassi.
Si prevede che la Banca Centrale Europea (BCE) taglierà nuovamente i tassi di interesse giovedì, la portata della mossa è oggetto di dibattito a causa della debolezza economica nella zona euro e delle crisi politiche in Francia e Germania.
Con un’inflazione che si avvicina all’obiettivo del 2% e una crescita che non decolla, “ci sono tutte le ragioni” per un’ulteriore riduzione dei tassi a dicembre, ha recentemente stimato il governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau altre figure chiave della politica monetaria della zona euro.
Tuttavia, secondo il banchiere centrale, l’entità della prossima riduzione rimane una questione “aperta” a seconda dei dati sul tavolo e della valutazione dei rischi.
Si tratterebbe del quarto taglio dei tassi da parte della BCE da giugno, dopo un periodo di radicale inasprimento monetario tra il 2022 e il 2023 a fronte dell’elevata inflazione dovuta alla guerra in Ucraina.
Paralisi a Berlino e Parigi
Le turbolenze politiche che colpiscono due principali economie della zona euro, Germania e Francia, complicano ulteriormente i dibattiti dei decisori della BCE.
La caduta del governo di Michel Barnier preoccupa gli europei, che vedono la Francia indebolita economicamente e priva di bilancio in un momento in cui il suo deficit pubblico è nettamente diminuito, previsto quest’anno al 6,2% del Pil.
Un punto che può rassicurare i guardiani dell’euro: i mercati azionari e obbligazionari francesi hanno finora resistito sorprendentemente bene a questa crisi politica senza precedenti.
La presidente della BCE ed ex inquilina di Bercy, Christine Lagarde, ha evitato di rispondere agli eurodeputati che le chiedevano all’inizio di dicembre se l’istituzione sarebbe intervenuta a favore della Francia in caso di tensioni sui tassi debitori.
“La stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria sono legate”, che è l’obiettivo principale della BCE, ha sottolineato in generale.
La Germania si prepara a rinnovare la camera bassa del Parlamento, il Bundestag, in occasione delle elezioni anticipate di febbraio, dopo il crollo della coalizione del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz all’inizio di novembre.
Ciò ritarderà la risposta del futuro governo di Berlino, mentre la Germania, la più grande economia della zona euro, sta attraversando un rallentamento industriale duraturo che sta già colpendo i suoi partner.
Preoccupa anche l’imminente ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, con le sue minacce di nuove tariffe doganali a tutto campo.
25 o 50 punti base
Questo contesto incerto si rifletterà solo in parte nelle nuove previsioni della BCE pubblicate giovedì ed elaborate prima della caduta del governo Barnier.
Per il prossimo anno si prevede una leggera revisione al ribasso della crescita e l’inflazione, salita al 2,3% a novembre nella zona euro, potrebbe raggiungere l’obiettivo del 2% prima del previsto, secondo le aspettative degli economisti.
Queste previsioni spingeranno la BCE ad accelerare la riduzione del tasso di interesse, con una riduzione di mezzo punto dopo tre riduzioni di un quarto di punto da giugno?
Si tratterebbe di una “misura di sicurezza” per prevenire i rischi economici legati alle scelte del futuro governo americano e ai disordini politici in Francia e Germania, rileva Carsten Brzeski, all’ING.
Ma la decisione di tagliare i tassi di 25 punti base, favorita dalle previsioni, rifletterebbe un “approccio più cauto” e un “compromesso” tra i sostenitori di una politica monetaria più accomodante (“colombe”) e coloro che sostengono una posizione più rigorosa (“colombe”). falchi”), aggiunge.
In quest’ultima ipotesi il tasso sui depositi, che costituisce il riferimento, verrebbe ridotto al 3%.
Il testo del comunicato pubblicato giovedì potrebbe anche fornire, come regalo di Natale, chiarimenti sul futuro andamento monetario.
Invece di dire che i tassi rimarranno “restrittivi per tutto il tempo necessario” per riportare l’inflazione al livello target, una formulazione più flessibile “aprirebbe la strada a ulteriori tagli il prossimo anno”, secondo HSBC.