Un terreno edificabile vergine oggi vale oro e irrita gli animi. Da più di due anni esiste una situazione di stallo tra il Comune di Prilly, che ha esercitato il suo diritto di prelazione su un terreno sottraendolo a possibili acquirenti privati, e il Cantone, che ritiene di averlo fatto in modo problematico. La settimana scorsa un tribunale si è occupato della questione dopo l’intervento dell’associazione degli inquilini Asloca.
Il cuore del problema? Il fatto che questo terreno sia stato pignorato dal Comune, ma che i 62 milioni di franchi del suo costo siano stati pagati direttamente dalla CMHC, la cooperativa edilizia di Losanna alla quale intende trasferirlo. E questo senza aver seguito una procedura di apertura alla concorrenza. Dopo aver perso una causa in tribunale per essersi opposta a questa operazione, come ricorda “24 Heures”, il Cantone aveva modificato il suo regolamento in modo che i comuni che si avvalgono di questo diritto passino attraverso una procedura di gara aperta e che debbano disporre essi stessi delle risorse per acquistare l’immobile, divenendone così proprietari, prima di metterlo eventualmente a disposizione di terzi. Ciò di fatto limita la loro azione, perché alcuni comuni semplicemente non hanno i mezzi, si è rammaricata di Asloca, che si era opposta.
La Corte Costituzionale ha respinto la richiesta di Asloca, ritenendo che la norma sia conforme al diritto superiore e che l’interpretazione data dal Consiglio di Stato sia corretta: il comune non deve necessariamente detenere le risorse, ma deve essere in grado di pagare il prezzo di vendita, anche se è un partner che li paga quando arriva il momento.
Ma Asloca sottolinea di aver colto l’occasione per chiarire i termini del regolamento. “Nella misura in cui i comuni non dispongono di risorse illimitate, devono poter utilizzare altre risorse di terzi, in particolare attori privati o cooperative, il che deve essere addirittura incoraggiato”, scrive. In questo modo “si toglie di fatto tutta la portata che il Consiglio di Stato ha voluto dare alle sue modifiche normative”, analizza Asloca.
“Il diritto di prelazione costituisce uno strumento efficace per sottrarre l’edilizia alla speculazione, che non lede in alcun modo gli interessi del venditore – essendo il prezzo pagato dalla comunità quello offerto dal potenziale acquirente – e che permette così di soddisfare i bisogni della popolazione”, ricorda Asloca. Adesso intende inviare una lettera a tutti i comuni vodesi per informarli dei loro diritti e incoraggiarli a farne uso.
Si noti, tuttavia, che spetta ora alla Corte Federale decidere sulla legalità o meno del voto legislativo di Pilleran su questo acquisto.