Se ignoriamo deliberatamente la primissima Citroën denominata C4, lanciata nel 1928 (vedi la nostra galleria fotografica), lal modello dell’era contemporanea è apparso vent’anni fa, nel novembre del 2004, con l’obiettivo di sostituire, nella gamma, la berlina compatta Xsara. Molto tradizionale nel design, la Citroën C4 è infatti l’erede di una lunga stirpe nata negli anni ’60 con la AMI e poi la GS che si distinse nel decennio successivo.
Nel corso delle generazioni, la Citroën C4 ha cercato di trovare il suo posto sul mercato ma senza riuscire a uscire dall’ombra delle rivali francesi Peugeot 307 poi 308 e Renault Mégane. Il suo obiettivo non è mai stato quello di solleticare il punto di riferimento del segmento, la Volkswagen Golf.
La spina del cactus
Il marchio double chevron ha cercato addirittura di creare un diversivo con la C4 Cactus dal 2014 al 2020, presentandola prima come crossover poi come berlina più classica dopo il restyling, visione dettata dal marketing del marchio che in entrambi i casi non ha avuto successo. Nel 2020, l’attuale Citroën C4 punta su uno spirito SUV e su una doppia offerta termica ed elettrica. L’offerta sarà completata nel 2022 da una variante del bagagliaio, la Citroën C4 X, che inizialmente non era destinata a noi. Un atteggiamento originale che merita di essere sottolineato ma che non consente al produttore di tornare alla ribalta. Citroën ha però ridotto dimensioni e investimenti perché la sua berlina compatta non si basa sulla base tecnica di una Peugeot 308 ma piuttosto su quella del segmento sottostante, quello della molto meno costosa 208.
Una strategia che resterà in vigore anche per la sua sostituzione prevista nel 2027 che beneficerà del telaio STLA Smart appena rilasciato dalle nuove Citroën C3 e C3 Aircross. E per limitare ulteriormente i costi, la produzione non avrà più luogo in Europa ma in Nord Africa, dove la manodopera a basso costo ha attratto Carlos Tavares. Si tratterà del sito industriale di Kénitra in Marocco che già assembla la versione base della Peugeot 208 e del quadriciclo elettrico Citroën AMI.
Quale atteggiamento per la Citroën C4 rispetto alla Dacia?
Fin dalla sua integrazione nella galassia Stellantis, Citroën appare, in parole povere, come l’anti-Dacia del gruppo. Se la Citroënë-C3 si oppone in un certo modo alla Dacia Spring, la termica C3 alla Sandero come alla Sandero Stepway, al piano superiore, il SUV urbano C3 Aircross di seconda generazione entra in competizione con la Dacia Duster per via per le sue dimensioni paragonabili ma anche per la sua capacità di 7 posti a sedere, rispetto alla Dacia Jogger.
La prossima versione della Citroën C5 Aircross prevista per il 2025 affronterà la Dacia Bigster. Ovviamente un marchio non costruisce il suo piano di prodotto in reazione ad un rivale designato, tuttavia in questo universo competitivo, il posto rimasto per la C4 rimane esiguo. La tesi di un SUV coupé che sia allo stesso tempo minimalista come prefigurato dalla concept car Oli regge la corda soprattutto perché questo tipo di silhouette è appena arrivato sui mercati indiano e latinoamericano, si tratta della Citroën Basalt . Mentre la C4 X darà battaglia alla futura Dacia C-Neo.