Di fronte a questioni cruciali per la difesa nazionale, la Svezia ha preso una decisione scioccante: abbandonare 13 progetti di turbine eoliche nel Mar Baltico. Questa scelta illustra una tensione sempre più forte tra sicurezza geopolitica e transizione ecologica.
L’energia eolica offshore si trova ad affrontare un’opposizione strategica
La Svezia, alla ricerca di energia rinnovabile per sostenere le sue crescenti esigenze, ha annullato 13 progetti di parchi eolici nel Mar Baltico all’inizio di novembre 2024. Il governo ha seguito le raccomandazioni delle forze armate, che hanno ritenuto questi progetti incompatibili con gli imperativi della difesa nazionale.. Secondo una dichiarazione ufficiale, “ Le interferenze radar e subacquee generate dalle pale delle turbine eoliche potrebbero compromettere seriamente i sistemi di rilevamento delle minacce, compresi i sottomarini ».
Questa scelta si spiega con il ruolo strategico del Mar Baltico, dove la Svezia confina marittima con diversi membri della NATO ed è vicina all’enclave russa di Kaliningrad. Le forze armate insistono: preservare la capacità di sorveglianza è vitale per individuare missili o incursioni sottomarine.
Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, la regione baltica è diventata teatro di crescenti tensioni geopolitiche. “ L’attuale situazione di sicurezza ci impone di dare priorità alla nostra difesa “, ha detto il ministro della Difesa Pål Jonson. Questa posizione si basa sulle recenti lezioni del conflitto ucraino, in cui le infrastrutture energetiche sono diventate obiettivi prioritari per le forze russe.
La vicinanza di Kaliningrad, roccaforte militare russa, rende la zona particolarmente sensibile. I parchi eolici potrebbero aver manomesso i sistemi di sensori svedesi, cruciali per il monitoraggio dei missili balistici e da crociera. La Svezia, ora membro della NATO, considera queste capacità come un pilastro della sicurezza collettiva regionale.
Un duro colpo per la transizione energetica svedese
La decisione di abbandonare questi progetti compromette l’ambizione della Svezia di raddoppiare il proprio consumo di elettricità entro il 2045 per raggiungere i 300 TWh, in gran parte grazie alle energie rinnovabili. Dei 24 progetti offshore inizialmente presi in considerazione, solo 11 restano in corso. Svensk Vindkraft, l’associazione per l’energia eolica, ha denunciato un approccio che considera “troppo restrittivo”.
Un compromesso potrebbe essere trovato attraverso iniziative come il progetto Poseidon, previsto sulla costa sud-occidentale della Svezia, lontano da zone strategiche. Tuttavia, la transizione ecologica dovrà fare i conti con vincoli geopolitici sempre più significativi.
Se la cancellazione dei progetti nel Mar Baltico soddisfa le esigenze di sicurezza della Svezia, solleva interrogativi sul futuro delle energie rinnovabili nelle regioni sensibili.
La Svezia sta ora esplorando alternative tecnologiche per ridurre le interferenze radar, ma il loro sviluppo richiederà tempo.
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