Prezzi gas ed elettricità: la Energy Regulatory Commission mette pressione sui distributori

Prezzi gas ed elettricità: la Energy Regulatory Commission mette pressione sui distributori
Prezzi gas ed elettricità: la Energy Regulatory Commission mette pressione sui distributori
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Attenzione ai distributori che vogliono riempirsi le tasche. Il messaggio non potrebbe essere più chiaro all’inizio di luglio. Questo avvertimento arriva in un momento in cui il calo dei prezzi di acquisto dell’energia sul mercato all’ingrosso sta rilanciando la battaglia per le offerte commerciali offerte ai consumatori dai distributori alternativi. Dall’apertura del settore alla concorrenza, la strada si è aperta a una moltitudine di operatori privati ​​che si confrontano con EDF. Si chiamano Eni, Alpicq, Gaz de Bordeaux o TotalEnergies, per citarne alcuni… Alcuni, come Energies Leclerc, hanno cessato l’attività.

Evitare gli eccessi

Si tratta di non rinnovare cattive pratiche osservate durante la recente crisi energetica. Alcuni operatori alternativi avevano improvvisamente alzato i prezzi, citando l’impennata dei prezzi di mercato, ma nella più totale opacità. La Energy Regulatory Commission (CRE) vuole anche e soprattutto rafforzare l’informazione dei consumatori per evitare spiacevoli sorprese sulle bollette di fine mese.

Prezzi che aumentano da un mese all’altro senza preavviso, pubblicità ingannevole, telefonate a casa intempestive o invadenti… È facile far finta che i prezzi scendano in estate quando i consumi energetici diminuiscono naturalmente con le temperature miti, senza dire che un recupero avverrà in inverno, quando il consumo di elettricità riprenderà per far fronte al freddo.

Una delibera CRE è inequivocabile. Lei dice che”un’offerta il cui livello di prezzo fosse molto inferiore o molto superiore ai costi sostenuti dal fornitore potrebbe essere considerata economicamente incoerente.. Sottinteso: se l’offerta non è chiara la denunceremo. Il nome dell’operatore verrebbe poi rivelato pubblicamente. Questo è quello che nel mondo imprenditoriale anglosassone chiamiamo the “nome e vergogna” (letteralmente “nome e vergogna”). Basti dire che pessima pubblicità.

La risposta dei distributori interessati

I distributori sono pronti a seguirlo, ma a condizione che le autorità pubbliche non ne approfittino per regolare i loro profitti. Ciò aprirebbe la strada a ricorsi legali da cui non è detto che lo Stato esca vincitore.

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