Già criticata durante i Giochi, l’azienda americana ha spiegato di aver dovuto utilizzare bottiglie di plastica in alcuni siti olimpici.
Il colosso americano aveva indicato in un comunicato stampa che era necessario trovare le “migliori condizioni di sicurezza e qualità alimentare”, ma anche “adattarsi a ciascun sito e ai suoi vincoli tecnici e logistici”, citando tra questi arrivi acqua ed elettricità, la “superficie disponibile” o lo “spazio di stoccaggio”.
Il colosso delle bevande analcoliche aveva dichiarato che queste bottiglie sarebbero state “selezionate e compattate per essere riciclate”.
Tuttavia, “la plastica ha un impatto ambientale fin dalla sua produzione”, ricorda Axèle Gibert, responsabile della gestione dei rifiuti della FNE, che sottolinea anche la presenza di microplastiche nei liquidi bevuti in queste bottiglie.
Denuncia un “doppio discorso” che troviamo “sui negoziati sul trattato sulla plastica”.
A Busan (Corea del Sud), i rappresentanti di 178 paesi stanno lavorando a questo trattato internazionale volto a eliminare l’inquinamento causato dalla plastica.
Ma se alcuni Paesi vogliono puntare a una riduzione della produzione e all’eliminazione della plastica “non necessaria”, altri, tra cui i grandi produttori di petrolio, si oppongono a qualsiasi obiettivo quantificato sulla produzione.
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