L'applicazione di questa decisione rimane incerta. Il colosso del web denuncia come “radicale” l'ipotesi di smantellamento. Inoltre, restano da chiarire le intenzioni della futura amministrazione Trump su questo tema.
Pubblicato il 21/11/2024 08:13
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Mercoledì 21 novembre il governo americano ha chiesto ai tribunali di ordinare a Google di vendere il suo browser Chrome, una sanzione che sarebbe storica per il colosso della tecnologia già sotto accusa per le sue pratiche anticoncorrenziali. Se le intenzioni del futuro governo Donald Trump a questo proposito restano sconosciute, questa richiesta segna un profondo cambiamento da parte delle autorità americane garanti della concorrenza, che hanno sostanzialmente lasciato in pace i giganti della tecnologia dopo il loro fallimento nello smantellamento di Microsoft circa vent’anni fa .
In un atto giudiziario, il Ministero della Giustizia chiede la scissione delle attività della filiale del gruppo Alphabet, vietando inoltre a Google di firmare accordi con i produttori per imporre l'uso predefinito del suo motore di ricerca sugli smartphone. Le autorità vogliono anche impedire a Google di sfruttare il suo sistema operativo mobile Android per promuovere altri suoi prodotti. Chiedono addirittura che il gigante tecnologico venda Android per non aver proposto sviluppi in questa direzione.
Google è stato giudicato colpevole l'estate scorsa di pratiche illegali volte a stabilire e mantenere il proprio monopolio nella ricerca online da Amit Mehta, un giudice federale di Washington. Il prossimo passo è ora decidere sulla sanzione da irrogare all'azienda e quindi sulle risposte da dare alla sua posizione dominante. Dopo aver ricevuto mercoledì la richiesta ufficiale dalle autorità, il giudice attende ora le proposte di Google il mese prossimo prima di ascoltare entrambe le parti in un'udienza speciale prevista per aprile.
Ma i cambiamenti, se ci saranno, richiederanno senza dubbio anni, e Google ha previsto di ricorrere in appello denunciando l'ipotesi di uno smantellamento come “radicale”. Il caso rischia di finire nelle mani della Corte Suprema e resta sospeso fino all’arrivo al potere di Donald Trump, a gennaio. Il miliardario repubblicano metterà una nuova squadra a capo delle autorità della concorrenza e ha parlato apertamente delle sue intenzioni riguardo al potere dei giganti tecnologici.
Ha nominato Brendan Carr, che vuole guidare l'ente regolatore americano delle telecomunicazioni, la FCC, alla guida “smantellare il cartello della censura” imposto secondo lui dai giganti della tecnologia Facebook, Google, Apple e Microsoft. Ma il presidente eletto ha anche segnalato che lo smantellamento sarebbe eccessivo.