Quasi tre quarti delle PMI vittime di un attacco informatico negli ultimi tre anni hanno subito perdite finanziarie significative. Tuttavia, più della metà ritiene che il rischio di un attacco grave sia basso. Questo falso senso di sicurezza potrebbe avere gravi conseguenze per le aziende che non agiscono rapidamente.
Secondo digitalswitzerland, l’organizzazione mantello che riunisce tutti gli attori della sicurezza informatica in Svizzera, negli ultimi tre anni in Svizzera circa 24’000 aziende sono state vittime di un attacco informatico. L’organizzazione mantello osserva con preoccupazione che 4 aziende su 10 non dispongono di un piano o di una strategia di emergenza per garantire la continuità aziendale in caso di un grave attacco informatico.
Secondo lo studio cyber condotto l’estate scorsa tra 526 PMI e 401 fornitori di servizi IT, anche il 4% dei fornitori ha dichiarato di essere stato vittima di attacchi informatici. Ma a differenza delle PMI, più di due terzi dei fornitori di servizi IT ritengono che il rischio di attacchi informatici sia elevato o molto elevato.
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Lo studio rivela inoltre che strumenti digitali efficaci, come gestori di password, dati biometrici o chiavi di accesso, vengono utilizzati solo in misura limitata nelle PMI. Le misure organizzative, come l’implementazione di concetti di sicurezza, l’esecuzione di audit di sicurezza e la formazione del personale, incontrano una resistenza ancora maggiore tra le PMI svizzere.
La maggior parte dei fornitori di servizi IT intervistati nello studio consiglia tuttavia alle PMI svizzere di prendere più sul serio il tema della sicurezza (43%) e di formare i propri collaboratori (29%).
La stessa parola d’ordine
Lo studio informatico ha inoltre intervistato 1.247 persone, il 5% delle quali ha dichiarato di essere vittima di un attacco informatico. Tuttavia, la maggior parte degli intervistati ritiene di avere una buona, o addirittura ottima, conoscenza dei mezzi per proteggersi dagli attacchi informatici. Circa la metà di loro ritiene che la sicurezza informatica della propria casa sia elevata, scrive digitalswitzerland.
Questa percezione contrasta però con il comportamento della maggioranza degli intervistati, sottolinea Ottavia Masserini, direttrice della comunicazione di digitalswitzerland. “La maggior parte della popolazione sottovaluta i rischi”, ha detto alla RTS alle 12:30. “Molte persone vedono la criminalità informatica come una minaccia molto seria, ma pochi sanno come proteggersi.”
Più di un terzo dei partecipanti al sondaggio utilizza la stessa password per servizi diversi e molti non effettuano regolarmente gli aggiornamenti richiesti.
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Acquisti in linea
Il divario tra percezione della minaccia e realtà è evidente anche nel settore degli acquisti online. Circa tre quarti (72%) degli intervistati hanno poca o nessuna preoccupazione per il rischio di frodi nei negozi online o sulle piattaforme di prenotazione, mentre il 13% di loro ha già pagato per un prodotto mai ricevuto negli ultimi cinque anni.
Dallo studio emerge che quasi due terzi degli intervistati vorrebbero essere meglio informati sui modi per proteggersi online, ma spesso non hanno la volontà o le competenze per intraprendere azioni concrete.
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edel con ats