Investing.com – Dopo diversi giorni di euforia e serie record seguiti alla vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane, ieri i titoli azionari statunitensi hanno registrato una correzione, in un contesto di prese di profitto, ma anche per la consapevolezza che una miriade di rischi potrebbero in qualsiasi momento causare una crisi repentino capovolgimento della situazione.
In una recente nota, la banca Morgan Stanley (NYSE:) ha evidenziato alcuni di questi rischi, compreso l’aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro, che hanno raggiunto il massimo di oltre 4 mesi del 4,479% il giorno delle elezioni, ed è attualmente al 4,437%.
Infatti, anche se è probabile che le politiche di Trump sostengano l’economia, rischiano anche di stimolare l’inflazione, in particolare attraverso le tariffe.
Finora ciò non è stato sufficiente a scoraggiare gli investitori, ma Morgan Stanley afferma che ulteriori aumenti potrebbero danneggiare le azioni. Ricordiamo che, da parte loro, gli analisti di JP Morgan hanno menzionato la soglia del 5% come fattore scatenante per la fine del rally post-elettorale.
Morgan Stanley è preoccupata anche per il rialzo del dollaro USA, che potrebbe penalizzare le grandi capitalizzazioni esportatrici. A questo proposito va segnalato che martedì ha toccato il picco a 106,18, soglia che non veniva più visitata dalla fine di aprile.
“Se la forza del dollaro continuasse al ritmo attuale fino alla fine dell’anno, ciò potrebbe rallentare la crescita degli utili per azione multinazionali per il quarto trimestre 24 e il 2025”, ha scritto Morgan Stanley.
Gli analisti sottolineano inoltre che le azioni sono sempre più sopravvalutate, soprattutto a causa delle speculazioni legate al rally dell’AI.
“Nello specifico, la variazione a/a dell’S&P raramente è stata così scollegata dall’entità della revisione degli utili”, scrivono gli analisti.
Contrariamente a quanto la reazione iniziale dei mercati avrebbe potuto suggerire, l’elezione di Trump non ha migliorato le prospettive in tutti i settori, e il rapido rialzo dei mercati azionari statunitensi implica il rischio di una correzione violenta, o addirittura di un crollo, se questi fattori ribassisti diventare più pronunciato.
Non bisogna inoltre dimenticare che Trump intende lanciare una vera e propria guerra commerciale contro il mondo intero, e in particolare contro la Cina, che potrebbe avere un impatto pesante anche sui mercati americani, una volta che questa diventerà realtà.