Nel periodo in esame l’utile netto è aumentato da 1,51 miliardi a 457 milioni.
Il gruppo di lusso ginevrino Richemont ha registrato un calo di performance nella prima metà del 2024/25 del suo scaglionato esercizio finanziario terminato a fine settembre. Sia le vendite che la redditività sono diminuite.
Nel periodo in esame il fatturato è diminuito dell’1% rispetto all’anno precedente attestandosi a 10,08 miliardi di euro (9,5 miliardi di franchi), ha annunciato venerdì il gruppo in un comunicato stampa. L’utile operativo corrente è crollato del 17% a 2,21 miliardi, mentre il margine operativo è crollato di 410 punti base al 21,9%.
“Le vendite del gruppo sono state solide nella maggior parte delle regioni, il che ci ha permesso di compensare la debole domanda in Cina, che, come avevo anticipato, avrà bisogno di tempo per tornare alla normalità”, sottolinea il presidente Johann Rupert.
Le Americhe e il Giappone hanno registrato una crescita delle vendite a tassi di cambio reali rispettivamente del 10%, rispettivamente del 32%. Nella regione Asia-Pacifico, invece, le vendite sono crollate del 19% – del 27% anche per i mercati chiave di Cina, Hong Kong e Macao.
Questo rallentamento colpisce soprattutto il settore dell’orologeria. In questa divisione, i marchi hanno visto le loro vendite crollare del 17% (-16% a cambi costanti) per raggiungere 1,66 miliardi. L’utile operativo è crollato del 59% a 160 milioni.
Meglio è andata la divisione gioielleria, che ha registrato un fatturato in crescita del 2% (+4% a cambi costanti) a 7,1 miliardi di euro e un utile operativo in calo del 5% a 2,3 miliardi.
Il settore di attività “altro”, che comprende in particolare case di moda e accessori, è cresciuto del 4% a tassi di cambio reali e costanti.
Alla fine, per l’insieme del gruppo, l’utile netto è passato da 1,51 miliardi a 457 milioni e l’utile corrente è sceso del 20% a 1,73 miliardi.
La perdita di 1,3 miliardi di euro relativa alle attività destinate alla vendita è la combinazione del risultato di Yoox-net-a-porter (YNAP) dei primi sei mesi dell’anno e di una rettifica di valore di 1,2 miliardi sul patrimonio netto di YNAP, senza impatto sul flusso di cassa. Alla fine di settembre questo ammontava a 6,1 miliardi.
Queste cifre sono inferiori alle aspettative degli analisti intervistati da AWP che prevedevano 1,88 miliardi di profitti correnti. Il fatturato era previsto a 10,18 miliardi di euro, l’utile operativo a 2,33 miliardi con un relativo margine del 22,9%.
Come al solito, Richemont è molto riservata riguardo alle sue prospettive. Il suo presidente afferma di essere solo “cauto in un tale contesto di incertezza”, ma “fiducioso nella nostra capacità di affrontare i cicli attuali e futuri% continuando a creare valore per gli azionisti.