Tra il 2021 e il 2023, la quota dei dirigenti tra i telelavoratori è aumentata dal 45% al 61%, mentre quella delle professioni intermedie ha perso dieci punti, dal 36% al 26%. È il 12% tra gli impiegati e solo l'1% tra gli operai. Circa 2,2 milioni di dipendenti in posizioni di telelavoro non telelavorano ma desiderano farlo, secondo lo studio, che specifica che questo bacino “è concentrato nelle professioni in cui la pratica del telelavoro è spesso ben consolidata”, come segretarie, contabili o impiegati delle banche e delle compagnie assicurative.
Meno pressione
In totale, un terzo (34%) dei dipendenti desidera lavorare da remoto, la maggior parte tra due e quattro giorni alla settimana, mentre solo l’8% desidera farlo a tempo pieno. “Nel complesso, c’è un divario tra desideri e pratica, che esisteva già nel 2021, ma sono state piuttosto le persone a volere […] ridurre il telelavoro, ora vogliono fare di più”, ha sottolineato Louis-Alexandre Erb, uno degli autori dello studio, durante una presentazione alla stampa.
“I telelavoratori hanno più autonomia e lavorano meno intensamente quando sono a distanza piuttosto che sul posto”, rileva anche un secondo studio Dares, basato sulle risposte di oltre 38.000 persone a un sondaggio. Il luogo principale del telelavoro è per il 98% la casa, e solo nel 2% dei casi uno spazio specifico, ad esempio il coworking, e il 45% dei telelavoratori ha una stanza dedicata al telelavoro a casa.
Rispetto al lavoro collettivo, il lavoro a distanza riduce le interruzioni delle attività e la pressione avvertita, gli svantaggi più spesso citati sono l’assenza di discussioni o supporto da parte dei colleghi, o addirittura la mancanza di risorse adeguate messe a disposizione. Dal punto di vista sanitario la situazione è cambiata radicalmente in pochi anni. “Tra i telelavoratori c’era una percentuale maggiore di dipendenti con problemi di salute, disabilità o ad alto rischio di depressione”, ricorda lo studio.
Migliore salute
Ma nel 2023 “i telelavoratori godono generalmente di una salute migliore rispetto agli altri dipendenti che non praticano il telelavoro, anche se ritengono che le loro funzioni glielo consentirebbero”. Tuttavia, le donne che lavorano da remoto hanno una tendenza maggiore rispetto alle altre a praticare il presenzialismo, cioè a non fermarsi quando sono malate, anche se tra gli uomini non vi è una differenza notevole a seconda che facciano o meno telelavoro.