Dopo le dichiarazioni poco rassicuranti di Carlos Tavares, patron di Stellantis, a proposito di alcune fabbriche francesi, diverse migliaia di dipendenti del gruppo si chiedono con quale salsa verranno mangiati.
Mentre il gruppo Volkswagen sembra cristallizzare tutte le novità con la potenziale chiusura di tre stabilimenti in Germania, una prima nella storia del produttore, la fine dei posti di lavoro garantiti e una sfilza di licenziamenti, dalla parte di Stellantis, le cose stanno accadendo anche dietro le quinte.
Infatti, nonostante una strategia di riduzione dei costi a dir poco impegnata da parte del suo direttore, Carlos Tavares, anche il gruppo Stellantis non sfugge al rallentamento delle vendite di auto elettriche, al calo della domanda e all'aumento dei costi.
La flessibilità salverà alcune fabbriche
Carlos Tavares aveva già lanciato l'allarme qualche settimana fa. Quest'ultimo non esclude la possibilità di chiusure di fabbriche nei prossimi mesi. Questo annuncio ha avuto l'effetto di un duro colpo per i dipendenti del gruppo, tanto che alcuni di loro hanno deciso di scioperare, per recarsi direttamente all'ultimo Mondiale di Parigi a manifestare.
Ma allora, quali fabbriche potrebbero essere minacciate? A Hordain, dove Stellantis produce veicoli alimentati da tre tipi di energia – idrogeno, elettrica e termica – la gestione è rassicurante.
Sottolinea un portafoglio ordini ben riempito che, secondo lei, attenuerebbe i rischi di chiusura. Questa versatilità energetica offre una certa stabilità ai 2.500 dipendenti della fabbrica. Ma non tutti sono sulla stessa barca, purtroppo.
Il gioco delle sedie musicali?
E per una buona ragione, in Douvrin il tono è molto diverso. La fabbrica, specializzata nella produzione di motori termicisi trova ad affrontare molteplici difficoltà da diversi anni. Il sindacato FO denuncia la mancanza di investimenti per ammodernare il sito e il progressivo calo della produzione di motori termici. Inoltre, parte della produzione di motori ibridi è stata delocalizzata in Ungheria.
Il problema non è nuovo, dal momento che i sindacati avevano già espresso il loro malcontento durante una mobilitazione dello scorso giugno. La situazione è tanto più tesa quanto il vicino stabilimento ACCdedicata alla produzione di batterie elettriche, sembra catturare tutti gli sforzi finanziari e umani di Stellantis. Quest'ultimo, situato vicino a quello di Douvrin, ha già assorbito 300 dipendenti attraverso piani di ricollocamento volontario. Per i restanti 700 circa, il futuro è incerto e molti temono un importante piano sociale.
La storica fabbrica di Poissy in prestito?
Nello storico stabilimento di Poissy, che produce ancora la Opel Mokka e la DS 3, la situazione non è certo più rassicurante. Mentre la maggior parte degli stabilimenti spagnoli di Stellantis sono stati ammodernati con la modifica delle catene di montaggio per accogliere la nuova piattaforma del gruppo, a Poissy non è successo nulla. Peggio ancora, secondo i sindacati, non sarebbe previsto nulla e la fabbrica potrebbe essere condannata nel 2027 se la situazione non cambia.
Ricordiamo che, a metà novembre, il gruppo svelerà un piano di produzione per i prossimi tre anni, come annunciato da Xavier Chéreau, direttore delle risorse umane di Stellantis.