La Volkswagen si prepara a fare scelte molto difficili in Europa sul fronte occupazionale

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L’anno 2023 era già complicato per Volkswagen, ma questo poteva essere solo l’inizio. L'allarme suona: occorre risparmiare molto e soluzioni estreme sembrano essere sul tavolo. Tra questi: la chiusura di almeno tre stabilimenti in Germania e il licenziamento di numerosi dipendenti.

La Volkswagen ID.3 in produzione a Zwickau // Fonte: Volkswagen

La crisi della Volkswagen continua a portare la sua parte di cattive notizie. Come sappiamo, l'azienda tedesca sta attraversando un periodo molto complicato, in particolare a causa della difficile transizione verso le auto elettriche, problemi con lo sviluppo di nuovi modelli, l'agguerrita concorrenza cinese e costi di produzione considerati troppo alti.

Conclusione: bisogna risparmiare, tanto e velocemente. Tra i temi di discussione avevamo già menzionato il taglio dei posti di lavoro e la fine dell’accordo sulla garanzia dell’occupazione, ma l’idea della chiusura definitiva delle fabbriche tedesche sembra concretizzarsi di giorno in giorno. In ogni caso questo è quanto riportato Notizie automobilistiche Europa.

“Almeno tre fabbriche”

L'annuncio arriva da Daniela Cavallo, potente presidente del comitato aziendale della Volkswagen, al termine di un incontro con il management del gruppo. Secondo lei, almeno tre fabbriche sono minacciate (le voci precedenti parlavano di “solo” due), con decine di migliaia di posti di lavoro potenzialmente persi.

Una Volkswagen ID.5 nello stabilimento di Zwickau // Fonte: Volkswagen

Gli annunci di Thomas Schaefer, presidente del marchio Volkswagen, non vogliono rassicurare: “Attualmente non guadagniamo abbastanza dalle nostre auto. Allo stesso tempo, i nostri costi per energia, materiali e personale hanno continuato ad aumentare. Questo calcolo non può funzionare a lungo termine”.

Secondo lui, la produttività delle fabbriche tedesche non è all'altezza e supera i costi fissati dal 25 al 50%. Gunnar Kilian, membro del consiglio di amministrazione del Gruppo Volkswagen, aggiunge: “La situazione è grave e la responsabilità dei partner negoziali è enorme. Senza misure globali per riconquistare competitività, non saremo in grado di permetterci investimenti essenziali in futuro”.

Altre opzioni di risparmio

Il marchio Volkswagen avrebbe altre strade per ridurre i costi di quattro miliardi di euro. Il quotidiano tedesco Handelsblatt si tratta quindi di tagli salariali del 10%, di un congelamento di questi ultimi per due anni, nonché di un limite ai bonus e di una riduzione dei benefici per i dipendenti.

A risentirne i costi potrebbe essere anche la parte “Ricerca & Sviluppo”, con una riduzione dell'organico fino a 4.000-6.000 posti (sulle 13.000 del dipartimento). Cosa potrebbe potenzialmente ritardare l’arrivo (già rimandato più volte) della piattaforma SSP? Forse, ma Thomas Schaefer precisa: “In Volkswagen gestiamo ancora internamente molte attività che la concorrenza ha già esternalizzato in modo più conveniente”. Dovremmo considerare questo come un outsourcing dell’ingegneria, come possiamo vedere in Stellantis?

Una Volkswagen Tiguan davanti allo stabilimento di Wolfsburg // Fonte: Volkswagen

Ovviamente il comitato aziendale e i sindacati non intendono permettere che ciò accada. Uno sciopero era stato programmato per l'inizio di dicembre e sembra essersi concretizzato in seguito a questi ultimi annunci: resta da vedere l'intensità e il numero di marchi che saranno colpiti. Una prima interruzione della produzione è avvenuta già il 28 ottobre in 11 stabilimenti tedeschi.

Ne sapremo di più il 30 ottobre, quando Volkswagen annuncerà i risultati del terzo trimestre 2024 e dovrebbe avanzare proposte sulla riduzione del costo del lavoro. Tuttavia, ci sono poche speranze di scoprire buone notizie.


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