Cina: produzione industriale in aumento, consumi in difficoltà

Cina: produzione industriale in aumento, consumi in difficoltà
Cina: produzione industriale in aumento, consumi in difficoltà
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Dalla revoca delle restrizioni anti-Covid alla fine del 2022, la ripresa è stata eterogenea, con settori che hanno beneficiato ma altri in difficoltà, a causa della debole domanda interna e internazionale.

La produzione industriale in Cina ha accelerato ad aprile, al +6,7% su base annua, ma le vendite al dettaglio sono rallentate al +2,3%, sintomo di una ripresa ancora difficile nella seconda economia mondiale, secondo i dati diffusi venerdì.

Dalla revoca delle restrizioni anti-Covid alla fine del 2022, la ripresa in Cina è stata eterogenea, con settori che hanno beneficiato ma altri in difficoltà, a causa della debole domanda interna e internazionale.

L’economia del colosso asiatico è penalizzata anche da una profonda crisi del settore immobiliare. E venerdì, secondo l’agenzia Bloomberg, le autorità cinesi terranno una riunione cruciale per decidere nuove misure per rilanciare questa attività.

Ad aprile la produzione industriale ha accelerato (+6,7% su base annua), rispetto al +4,5% di marzo. Gli analisti intervistati da Bloomberg si aspettavano un aumento del 5,5%.

Ma le vendite al dettaglio, il principale indicatore della spesa delle famiglie, sono diminuite ulteriormente (+2,3% su un anno), dopo un aumento del 3,1% a marzo e del 5,5% nel periodo gennaio-febbraio insieme. Questo dato è inferiore alle aspettative degli analisti intervistati da Bloomberg (+3,7%).

I dati sulle vendite sono “depressi dai bassi prezzi al consumo e dal continuo calo delle vendite immobiliari”, osserva Dan Wang, capo economista della Hang Seng Bank China.

“La fiducia delle imprese e dei consumatori rimarrà bassa senza un sostegno politico mirato direttamente ai redditi familiari e ai beni durevoli”, ritiene.

Il tasso di disoccupazione è tuttavia sceso nel mese di aprile (5%), rispetto al 5,2% di marzo.

“La produzione industriale è rimasta forte ma i consumi hanno rallentato” perché “la domanda interna resta fiacca”, sottolinea l’economista Zhiwei Zhang di Pinpoint Asset Management.

“Questa serie di dati macroeconomici, combinati con i deboli dati sul credito di aprile, potrebbero spingere i politici a intraprendere misure più energiche per stimolare la domanda interna”, aggiunge, stimando che “la probabilità di un taglio dei tassi nel secondo trimestre aumenta.

Pechino ha fissato un obiettivo di crescita del PIL di “circa il 5%” quest’anno, lontano dagli aumenti a due cifre degli ultimi decenni.

Questo tasso, che farebbe invidia alla maggior parte delle principali economie, sarebbe comunque il più basso per la Cina dal 1990 (3,9%), escluso il periodo Covid.

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