Una nuova terapia con nanoparticelle pulisce le arterie dall’interno

Una nuova terapia con nanoparticelle pulisce le arterie dall’interno
Una nuova terapia con nanoparticelle pulisce le arterie dall’interno
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I ricercatori hanno sviluppato una nuova terapia basata sulle nanoparticelle per liberare le arterie dai pericolosi depositi che possono accumularsi lì, causando gravi problemi di salute. Un’innovazione che potrebbe portare un notevole valore aggiunto in termini di salute pubblica.

Più specificatamente, gli autori di questo lavoro lavorano sulaterosclerosi. È una malattia caratterizzata dall’accumulo di placca sulla parete interna delle arterie. Questi depositi aumentano lo spessore e la rigidità dei vasi, riducendo così la quantità di sangue che può fluire attraverso di essi. Nei casi più gravi, ciò può portare a un blocco quasi totale che richiede un intervento chirurgico, come lo stent.

In alcuni casi, questa placca può anche essere infiammatorio. Questa è una situazione ancora più preoccupante, perché la placca può rompersi e ostruire altre parti del sistema circolatorio senza preavviso, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per il paziente.

« Anche se queste placche potrebbero non bloccare l’intera arteria, la loro rottura può bloccare completamente il flusso sanguigno all’improvviso, provocando un attacco cardiaco che può sembrare spuntato dal nulla. », spiega Bryan Smith, coautore dello studio. “ Questo è lo scenario più spaventoso, quello che porta alla maggior parte degli attacchi di cuore ».

Nessun trattamento ideale ancora

Esistono molti modi per limitare l’accumulo di questa placca, che è costituita essenzialmente da lipidi come colesterolo e detriti di cellule morte. La più ovvia è adottare uno stile di vita sano (alimentazione equilibrata, esercizio fisico regolare, ecc.). Ma una volta installato, prendersene cura è molto più difficile. La maggior parte delle volte dobbiamo accontentarci di cure a base di sostanze come le statine, che inibiscono la sintesi del colesterolo “cattivo” per rallentare il più possibile l’accumulo di placca. Nei casi più gravi subentrano interventi come l’aterectomia o l’angioplastica. Una soluzione tutt’altro che ideale, poiché questi approcci chirurgici presentano sempre un certo rischio.

In sintesi, al momento, non esiste non esiste alcun trattamento altamente efficace e non invasivo in grado di liberare fisicamente le arterie da questi elementi distruttivi.

Nanoparticelle in soccorso

Ma ciò potrebbe presto cambiare grazie a questo nuovo studio. Per combattere la placca, Smith e il suo team hanno utilizzato un meccanismo già presente nel nostro corpo. Quando una cellula è troppo vecchia o danneggiata, di solito innesca l’apoptosi, una sorta di suicidio cellulare controllato che aiuta a mantenere una popolazione cellulare sana. I resti vengono quindi rimossi da fagocitiuna famiglia di cellule che può essere paragonata ai raccoglitori di rifiuti biologici, in un processo chiamato efferocitosi.

Questa dinamica gioca un ruolo cruciale nel mantenimento delle arterie. Eliminando questi rifiuti cellulari, i fagociti limitano anche l’accumulo di placca. Smith e i suoi colleghi cercarono quindi di potenziare l’efferocitosi utilizzando una sostanza progettata per stimolare i fagociti chiamati macrofagi.

Hanno quindi introdotto questa sostanza nel flusso sanguigno tramite nanoparticelleminuscoli oggetti capaci di infiltrarsi nei tessuti biologici. In pratica, queste nanoparticelle si comportano sia come cavalli di Troia che come reclutatori che incoraggiano i macrofagi ad attaccare la placca in modo molto aggressivo.

Risultati eccellenti senza interventi chirurgici o effetti collaterali

E i risultati dei primi test, effettuati su topi e maiali, sono stati estremamente incoraggianti. Per cominciare, il team ha scoperto che le arterie degli animali avevano significativamente meno placca alla fine del trattamento. Ciò suggerisce che i macrofagi abbiano svolto il loro lavoro; distruggendo i detriti cellulari che contribuiscono alla coerenza della placca, hanno permesso a quest’ultima di disintegrarsi in piccoli elementi, senza rischio di ostruzione. Inoltre, il livello di infiammazione è stato significativamente ridotto, riducendo il rischio di rottura della placca rimanente e, per estensione, di infarto.

Un’arteria di maiale prima (a sinistra) e dopo (a destra) il trattamento. Vediamo che i depositi di placca sono significativamente meno significativi. © Bamezai et al., Comunicazioni sulla natura, 2024

Hanno poi cercato di verificare se questo trattamento avesse prodotto effetti collaterali indesiderati. Esiste infatti il ​​rischio che questi fagociti sovralimentati inizino ad attaccare i globuli rossi, portando ad un’anemia molto problematica. Fortunatamente, il fatto che si trattasse di una terapia mirata ha evitato questo danno collaterale e i ricercatori non hanno osservato conseguenze dannose.

Basandosi su questo grande successo, il team è ora concentrato sul prossimo obiettivo: preparare una sperimentazione clinica per portare questo trattamento sugli esseri umani. Il processo richiederà sicuramente diversi anni, ma ne varrà la pena; Le malattie cardiovascolari rappresentano un importante fattore di mortalità in molti Paesi e poter pulire le arterie dall’interno senza dover sottoporsi ad un intervento chirurgico potrebbe quindi fare una vera differenza in termini di salute pubblica.

Il testo dello studio è disponibile qui.

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