Nell’era digitale, la gestione dei dati è diventata una preoccupazione essenziale per Stati e imprese. L’uso di soluzioni come l’intelligenza artificiale è essenziale per affrontare le sfide legate alla sicurezza e alla riservatezza delle informazioni.
Il Marocco beneficerà dell’esperienza di AI71, una società specializzata in intelligenza artificiale (AI), per accelerare la sua trasformazione digitale. Lunedì 14 ottobre è stato firmato a Dubai, a margine della fiera tecnologica Gitex Global, un accordo di partnership tra il Ministero della Transizione Digitale marocchino e il Consiglio di Ricerca Tecnologica degli Emirati Arabi Uniti, proprietario di AI71.
Nell’ambito dell’accordo, il Marocco beneficerà delle soluzioni basate sull’intelligenza artificiale sviluppate da AI71. Oltre a integrare queste tecnologie avanzate, l’iniziativa mira a supportare le start-up marocchine offrendo loro un accesso privilegiato a soluzioni innovative, grazie alle partnership con l’azienda emiratina. L’obiettivo è aumentare la competitività di queste giovani imprese sulla scena internazionale.
Parte della strategia “Maroc Digital 2030”, questa partnership rafforza la dinamica di trasformazione digitale del Paese. Si basa in particolare sull’adozione di soluzioni AI di tipo “Falcon”, che offriranno alle aziende e alle istituzioni marocchine strumenti efficienti di gestione e protezione dei dati. Queste soluzioni contribuiranno a migliorare la privacy e la sicurezza delle informazioni, affrontando così le sfide attuali nel trattamento dei dati personali.
La gestione dei dati sensibili rappresenta infatti una questione cruciale per le startup marocchine. L’intelligenza artificiale, in particolare attraverso i modelli di AI71, potrebbe fornire soluzioni automatizzate per proteggere i dati, aumentare la trasparenza e garantire la conformità agli standard internazionali, promuovendo al contempo l’innovazione digitale e la crescita delle start-up. Secondo uno studio di PwC, l’adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe generare fino a 1,2 trilioni di dollari in Africa entro il 2030, pari a un aumento del 5,6% del prodotto interno lordo (PIL) del continente.
Samira Njoya
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