“Ciao mamma”: la nuova truffa contro i genitori

“Ciao mamma”: la nuova truffa contro i genitori
“Ciao mamma”: la nuova truffa contro i genitori
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Lunedì mattina una madre è stata bersaglio di una popolare truffa. “Ho ricevuto un messaggio WhatsApp da un numero sconosciuto: “Ciao mamma, il mio telefono è rotto”. Dato che mia figlia non aveva dormito a casa il giorno prima e aveva il biglietto del treno sul cellulare, mi sono detta ‘maledizione’.” Ma dopo un breve scambio, il ginevrino dubita. “Il fatto che possa usare una nuova carta SIM quando il suo telefono è presumibilmente rotto e lo stile di scrittura: non è stata lei!”

A Zurigo, qualche settimana prima, un’altra donna aveva ricevuto un SMS simile. “Ciao mamma, ho perso il telefono.” Per fortuna, in entrambi i casi, le mamme hanno chiamato le figlie sul vecchio numero, scoprendo il problema.

Questa truffa telefonica, soprannominata “ciao mamma”, è apparsa nel 2023. L’obiettivo è sempre lo stesso: ottenere un bonifico o coordinate bancarie fingendosi il figlio della vittima.

A Ginevra la polizia conferma di essere “a conoscenza di questo nuovo angolo di attacco utilizzato dai criminali. Inventano costantemente nuovi sotterfugi per toccare emotivamente i loro obiettivi, che sono impegnati nella loro vita quotidiana. Che si tratti di un incidente stradale o di qualsiasi evento che possa mettere la potenziale vittima in uno stato psicologico di stress e di emergenza”, spiega il portavoce, Alexandre Brahier. Il suo consiglio: prendetevi il tempo per pensare, chiamate la persona interessata e non rispondete mai in caso di emergenza.

L’anno scorso sono stati segnalati nove casi alla fine del lago. Quest’anno, due persone hanno pagato il prezzo di questa truffa. “Il primo è stato preso da 100 franchi. Il secondo poco più di 2600 franchi. È raro, ma funziona”, conferma il comunicatore. La polizia vodese non registra questo tipo di segnalazioni, che restano marginali. Soprattutto perché il programma “non si rivolge agli anziani vulnerabili, ma ai giovani più diffidenti”.

A livello nazionale, l’Ufficio federale per la cibersicurezza registra in media una ventina di segnalazioni al mese sulla sua piattaforma online. Precisa che «in alcuni casi, il destinatario del messaggio non ha nemmeno figli, il che dimostra che i truffatori non hanno informazioni precise sulle loro vittime». In Francia, questo processo ha provocato numerose reazioni.

A Zurigo la polizia precisa che «non è possibile determinare il numero esatto dei reati, perché i casi non denunciati sono molto elevati». L’anno scorso ne ha registrati più di 70. A metà settembre ha arrestato tre presunti truffatori telefonici che avevano ingannato le persone inducendole a effettuare bonifici bancari con questa truffa. Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate diverse migliaia di euro in contanti. Gli imputati sono uno svizzero e due olandesi di età compresa tra i 20 e i 23 anni. Il caso è stato deferito ai tribunali.

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